p.Elia
Anni fa un confratello mi riferì un episodio sconcertante, secondo il quale un Officiale di Curia notoriamente omosessuale era stato sottoposto a degli esorcismi perché aveva preso l'abitudine, durante i suoi immondi festini, di bestemmiare il nome di Dio, cosa che aveva dato luogo a fenomeni di possessione diabolica. L'empio monsignore morì di lì a poco di un male incurabile, compianto dai suoi sodali. A quell'epoca le checche del Vaticano si muovevano ancora con prudenza, non perché non fossero numerose, ma perché vigeva quel tacito accordo che nell'esercito americano è compendiato dall'adagio Don't ask, don't tell, ossia Non chiedere, non dire. Anche se poi in molti sapevano chi aveva quelpenchant e chi no. Monsignori che uscivano in borghese nottetempo dal Laterano, indossando jeans e giubbotto di pelle, e che l'indomani affiancavano il Santo Padre ai pontificali. Preti che si allontanavano dalla canonica per far volta ai calidarj. Studenti di Atenei Pontifici che andavano a passeggiare a Villa Giulia. Seminaristi dediti ad un opinabile apostolato vespertino a Monte Caprino. Era la generazione del Concilio, che alla veste talare preferiva gli abiti firmati e gli occhiali da sole. Vanesj e fatui, inclini alla risatina isterica e ad apostrofarsi con pronomi e nomignoli femminili, ma pur sempre guardinghi, perché sul soglio sedeva il virile Wojtyla. Il quale era talmente intento a propagandar l'ecumenismo di Assisi da non accorgersi che proprio al suo fianco c'erano personaggi noti col nome di battaglia di Jessica.