Getsemani. Riflessioni sul Movimento Teologico Contemporaneo - nona parte
Getsemani. Riflessioni sul Movimento Teologico Contemporaneo - ottava parte
Tutte le parole di Cristo, il suo messaggio, il suo monito rivolto agli Apostoli: «sia il vostro parlare sì, sì; no, no», tutte le parole degli Apostoli a proposito della loro testimonianza e della verità da trasmettere (274), ogni parola della Sacra Scrittura riguardante la verità da conoscere e da trasmettere, tutto questo deve essere reinterpretato secondo le «nuove teorie» del linguaggio. Così la teologia dovrebbe cambiare punti di riferimento ed entrare deliberatamente e coscientemente nell'era del relativismo trascendente.
La Chiesa non potrebbe mai formulare proposizioni certe per definire la fede, perché «essa dovrà tener conto della problematica inerente a tutte le proposizioni in generale», e non si potrà mai concepire ed esprimere con certezza alcuna verità.
Getsemani. Riflessioni sul Movimento Teologico Contemporaneo - settima parte
L'alterazione della storia
La cultura universale del nostro tempo, in tutte le sue manifestazioni e ripercussioni intellettuali e pratiche, è dominata in profondità e in superficie da un orientamento del pensiero e della sensibilità che ci si sforza di esprimere con la parola «storia» e i suoi derivati.
Quel che ogni volta s'intende con questa parola «storia» è una nozione o una realtà o una qualità variabilissima che permette di orientare il pensiero e il discorso, sulla base di questo stesso mutevole vocabolo, in differenti direzioni, in modo che le cose e i vocabolari non possano più avere, né nell'intimo dell'uomo, né nel discorso, un significato universalmente compreso ed ammesso.
Getsemani. Riflessioni sul Movimento Teologico Contemporaneo - sesta parte
Getsemani. Riflessioni sul Movimento Teologico Contemporaneo - quinta parte
Un filosofo che nello stesso periodo, cioè sin dagli anni '30, ha molto influenzato la formazione delle tendenze contemporanee, sia filosofiche che teologiche, è Jacques Maritain. (87) In tutto il suo pensiero, non solo non ha cercato di assimilare l'ordine naturale all'ordine soprannaturale, ma al contrario, li ha separati in modo tale da riconoscere nella creazione e nella storia umana due vocazioni distinte, legate certamente da un principio di subordinazione, ma essenzialmente autonome, con fine e mezzi propri: la vocazione e la missione terrestre, e la vocazione soprannaturale.
Se qualcuno volesse rendersi conto e cogliere immediatamente - se si può dire – la caratteristica del pensiero di Maritain circa l'autonomia delle due vocazioni distinte, basterebbe che leggesse l'ultima frase del suo libro «Humanisme Intégral», pubblicato nel 1936, e che costituì il riferimento fondamentale di alcune tendenze teologiche ed anche dell'azione temporale e politica in molti ambienti cristiani: «I mondi che sono sorti nell'eroismo, tramontano nella fatica, affinché vengano a loro volta nuovi eroismi e nuove sofferenze che faranno sorgere altri mondi.