Il cardinale Scola e il nuovo ordine mondiale

Il card.Scola di Milano ha gettato ormai la maschera. Ecco un prodotto del Concilio Vaticano II... Davvero imbarazzante la crisi interiore che viene costantemente palesata dai vescovi della neochiesa conciliare. Invece di strappare anime al demonio si accetta e persino si incita la costruzione di nuove moschee...Riprendo l'articolo di Danilo Quinto su daniloquinto.tumblr.com
p.Elia

Le perle dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, sulla questione islamica sono ormai innumerevoli. Sembra che Scola si senta investito di una missione: essere più realista del Re. Il Re dice che non esiste il Dio cattolico e Scola che fa?

Apre gli oratori cattolici ai musulmani. Difende la libertà di culto e dice: «la libertà di culto non è tale finché non ci sono luoghi di culto. Io non farei grandi problemi per i minareti, purché non lo facciano in piazza del Duomo». Aggiunge che il problema è pratico «perché bisogna vedere come prima cosa chi domanda la moschea e a quali condizioni. Se è una comunità effettiva, reale, unita oppure è un intervento dall’esterno, ad opera di altri Paesi. Una moschea deve essere fatta nel rispetto della storia della tradizione del Paese, perché il dialogo tra religioni non è sedersi attorno ad un tavolo, è accogliere con apertura i musulmani che sono qui». Striglia l’amministrazione milanese perché ha tergiversato sulla costruzione delle moschee: «La presenza di tante realtà musulmane a Milano ha avuto già delle verifiche tali e sufficienti da consentirci di procedere con maggiore decisione a risolvere questa questione. Bisogna che tutti quanti armati di buona volontà ci decidiamo a dare una soluzione a questa importante questione». «Nel rispetto – aggiunge, per salvare capra e cavoli - di vari elementi che sono il principio della libertà religiosa che domanda un luogo di culto, allo stesso tempo il rispetto della grande tradizione cristiana del nostro popolo e del contesto attuale di transizione segnato da elementi tragici nella garanzia di sicurezza da dare a tutti i cittadini». Chiede una festa nelle scuole per i bambini musulmani: «Non si deve rinunciare ai propri simboli ma includere anche quelli degli altri, per cui non dobbiamo togliere il presepe dalle scuole, ma se aumentano i bambini musulmani, bisogna prendere le loro feste e inserirle nella dimensione pubblica: spiegare, non vietare».
Queste perle dell’Arcivescovo di Milano hanno preparato il terreno al vero obiettivo. Che appartiene a Scola e a tutti coloro che, insieme a lui, nella Chiesa – in varie forme e a diversi livelli di responsabilità - si adoperano per negare la Regalità Sociale di Cristo e per sostituirla con disegni di carattere mondano. Che appartengono al mondo che è nemico di Cristo.

Qual è quest’obiettivo? In un’intervista a Repubblica del 3 giugno scorso, Scola illustra dapprima come sta attuando l’islamizzazione della diocesi Ambrosiana:
«Sul territorio della Chiesa ambrosiana – dichiara impettito - stiamo accogliendo 1.450 migranti in 133 strutture diocesane, senza considerare quel che fanno autonomamente gli ordini religiosi e le parrocchie. Almeno il 30% degli immigrati viene aiutato da realtà cattoliche. Ma se l'emergenza diventerà ancora più acuta, faremo ancora di più». Risponde alla domanda sulla paura e riprende un concetto a lui molto caro, quello del meticciato: «La paura è comunque un fenomeno che va ascoltato, spesso legato alla scarsa conoscenza. Pochi sanno che l'Italia accoglie un numero di profughi infinitamente inferiore rispetto a Iran, Giordania, Libano, Turchia. C'è un grande lavoro educativo da fare. Ma nella società civile si è già molto più avanti di quel che si crede. La strada è segnata, ed è quella di accompagnare e governare il processo di “meticciamento” fra le culture. Un'accoglienza equilibrata, che punti, all'integrazione come cittadini di chi vuole stabilirsi sul nostro continente, è l'unica via per battere la paura». A questo punto, l’Arcivescovo di Milano svela l’obiettivo. Dice: «Ci vuole un progetto. Da tempo ho fatto riferimento a un sorta di piano Marshall: è quel che ci serve. Qualcuno ha parlato di “disastro Europa”. Io, di fronte al fallimento delle politiche europee, dico che c'è bisogno di un nuovo ordine mondiale, di un'Unione Europea che sia veramente tale, che parta dai problemi concreti. E l'Italia per la sua posizione geografica e anche per una sua certa elasticità sociale e culturale potrebbe, anzi dovrebbe avere un ruolo guida».

L’obiettivo, quindi, il suo progetto – come lo chiama - è il nuovo ordine mondiale. Potremmo definirlo la determinazione di nuove politiche economiche e sociali per la realizzazione di un disegno che appartiene a pochi. Saranno quei pochi, in questo disegno, a governare le sorti dell'umanità. Per attuarlo, devono creare un nuovo umanesimo, estraneo a qualsiasi ancoraggio spirituale e trascendente. Un umanesimo ateo, come giustamente lo chiama chi lo combatte e, combattendolo, riceve l’odio da chi, all’interno della Chiesa, si adopera perché il nuovo ordine mondiale si consolidi sempre di più.

E’ un disegno antico. Papa Leone XIII nell’Enciclica Humanum Genus, dedicata in particolare all’azione della Massoneria nella società del tempo, scriveva: «L’ultimo e il principale dei suoi intenti è quello di distruggere dalle fondamenta tutto l’ordine religioso e sociale nato dalle istituzioni cristiane e creare un nuovo ordine».

I grimaldelli attualmente più potenti per attuare il nuovo ordine mondiale sono tre e si tengono l'uno con l'altro: il governo globalizzato dell'economia, in mano ad elités; l'ideologia omosessualista; l'islamizzazione della società occidentale. Gruppo Bildeberg, Trilaterale e tutte le organizzazioni massoniche, segrete e parasegrete operanti nel mondo, si adoperano in questa prospettiva, che la Chiesa e gli uomini di Chiesa conoscono molto bene, ma evidentemente di questi tempi giova non solo non combatterla, ma promuoverla.