La chiesa dei rivoluzionari e il popolo bue (seconda parte)

Le “espressioni come “sviluppo della dottrina” e “compassione pastorale” sono in genere dei pretesti per cambiare l’insegnamento di Cristo, contro il suo significato e la sua integrità perenne così come gli Apostoli l’hanno trasmessa a tutta la Chiesa e come è stata fedelmente preservata dai i Padri della Chiesa e dagli insegnamenti dogmatici dei Concili Ecumenici e dei Papi. Alla fine quei religiosi vogliono un’altra Chiesa, ed anche un’altra religione: una religione naturalistica, adattata allo spirito del tempo. Dei simili chierici sono veri lupi travestiti da agnelli, e flirtano spesso col mondo. Non già pastori coraggiosi, ma vili conigli”. Queste le chiare parole di S.E.Mons. Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima di Astana, in Kazakhstan, a cui va riconosciuto il merito di dire qualcosa di cattolico in questi tempi di falsità collettiva.


La vera crisi della Chiesa di oggi – ha proseguito - consiste nel sempre crescente fenomeno che coloro che non credono pienamente e non professano l’integralità della fede cattolica occupano spesso posizioni strategiche nella vita della Chiesa, come professori di teologia, educatori nei seminari, superiori religiosi, parroci ed anche vescovi e cardinali”.

Mons. Shneider definisce poi questi tali “persone dalla fede difettosa”.

Che cosa significa “fede difettosa”? Significa essersi fatti ammaliare dal mondo abbracciando il liberalismo che ha nell'incoerenza sia a livello intellettuale che pratico il suo marchio di fabbrica.

Infatti i princìpi del liberalismo, che sono stati condannati in passato dalla Chiesa, si rifanno alla filosofia hegeliana, soggettivista, irreale ed evolutiva, che è alla base della democrazia e delle false libertà individuali. Tutto ciò col miraggio di un progresso, di un cambiamento. Il Concilio Vaticano II non è stato altro che lo strumento per quel cambiamento, attuato magistralmente dai modernisti per soppiantare la Tradizione con la neochiesa poggiante sui princìpi liberali.

Ma di tali princìpi sono imbevuti i nemici della Chiesa, accomunati dall'incoerenza tra ciò che dicono e ciò che di fatto fanno perché dottrinalmente diranno a parole che nulla è mutato ma pastoralmente, cioè concretamente, sconfesseranno proprio la dottrina. Questa “incoerenza esistenziale dei liberali – li aveva smascherati Mons. Lefebvre - conferisce una duplice personalità, un dualismo costante che provoca l'autodistruzione. Sono torturati, inquieti, capaci di grande sentimentalismo e di reazioni crudeli”.

Si comprende allora l'atteggiamento del clero della neochiesa quando dinanzi si trova fedeli che intendono rimanere cattolici: prima tenterà di ingenerare loro sensi di colpa (investendoli con strali del tipo: non siete più in comunione con la Chiesa, con il Papa! Siete pazzi, fuori dalla chiesa...); poi se non riuscirà a portarli dalla sua parte, comincerà ad insultarli (con astute allusioni, sottili e velenose); infine, se quei fedeli si manterranno saldi nella Fede e irreprensibili nell'atteggiamento, lancerà l'anatema carico d'odio: è un bene che voi non frequentiate più la parrocchia...(In realtà questo è vero, verissimo: oggi, se si vuol conservare la Fede, è un bene non frequentare le parrocchie occupate da questi falsi pastori).

A coloro che hanno sperimentato la vile reazione di questo clero “esperto” di misericordia va detto: ritenetevi fortunati, avete visto all'opera il demonio, avete sperimentato il modo che utilizza per accalappiare anime da arruolare ai suoi malefici fini. Gli avete resistito, l'avete sconfitto. Ma egli tornerà con le sue tentazioni e con le persecuzioni: certamente verrà intaccata la vostra rispettabilità, verrà infangato il vostro nome, verrete messi al bando... i traditori di Cristo utilizzeranno ogni mezzo per screditarvi.

Questo faranno perché questo è ciò che sono: persone che vivono di apparenza e di ambiguità, che mascherano odio. A questo clero e ai chierici loro tirapiedi, basta un pizzico di potere di cui possano disporre per divenire dei tiranni. Un delirio di onnipotenza li pervade nel profondo dell'animo e si beano nel vedere i semplici fedeli dover sottostare alle loro decisioni e ai loro umori del momento. Godono di questo.

Continuano ad inscenare una farsa: danno ad intendere di essere persone buone e mansuete per nascondere il loro animo tormentato, vile e vendicativo. Avendo aderito alla nuova religione, che calzasse su misura alle loro debolezze, non sopportano coloro che invece non si sono fatti traditori come loro. E perciò gli fanno la guerra, perseguitandoli e negando loro ogni sacrosanto diritto, a maggior ragione se quel diritto è la S.Messa “di sempre”, che detestano visceralmente.

Ha ben spiegato Mons. Shneider: “Negando la celebrazione della Messa tradizionale o facendo ostruzione e discriminazione nei suoi confronti si comportano come un amministratore infedele ed inaffidabile che tiene la dispensa chiusa a chiave, contrariamente agli ordini del padrone di casa, oppure come una cattiva matrigna che dà ai bambini un cibo scarso”.

Un clero che rinnega la Tradizione, che ha abbracciato il mondo, che odia la S.Messa “di sempre”, che vuol derubricare i suoi continui scandali a semplici fatti di normale vita ordinaria, non serve più a nulla e va lasciato a se stesso: non va seguito, né ascoltato. Perché è allo sbando, perché ha tradito il mandato lasciatogli dal Signore. La maggior parte delle Parrocchie sono ostaggio di questo clero.

Sacerdoti che invece di salvare anime le conducono alla perdizione. Corrompono. E lo fanno per professione.

Inaridiscono il desiderio spirituale dei fedeli, che è ricerca di Dio, avvelenandoli con una falsa religione, una falsa dottrina, una liturgia paurosamente equivoca e protestante, una falsa morale. In tal modo per quei fedeli sarà impossibile trovare Dio e mai conosceranno la bellezza della vita “in pienezza”, della vita cattolica.

La salute della nostra anima non può essere riposta nelle mani di siffatti sacerdoti: senza accorgerci ci troveremmo in una realtà, la loro, che non ci renderà sereni, felici, capaci di affrontare la vita, trasformati grazie alla S.Messa...per il semplice fatto che lì non troveremo la Fede, dunque Gesù Cristo. Sta scritto: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.” (Gv15, 4-5)

Il futuro e la nostra salute spirituale (ben più importante di quella fisica) vanno costruiti giorno dopo giorno; di solito sono il frutto di scelte ordinate, ispirate innanzitutto a quelle leggi insopprimibili della natura alle quali nessuno può sottrarsi senza grave danno personale. Quelle leggi sono i Dieci Comandamenti (oggi disattesi persino da gran parte del clero!). Nel Vangelo poi ci viene chiesto di vivere secondo verità. E che cosa è la verità? Non è un “che cosa” ma un “chi”: è Gesù Cristo.

“C'è un solo ordine possibile: quello che Io costruirò con te, e quello che tu costruirai con Me”. Questo ci dice Nostro Signore. Ci sono regole ben precise e determinate. Il progetto è di Dio, e le regole suono le Sue, non nostre! Non possiamo cambiarle. Se si modificassero si costruirebbe un'altra religione, certamente non quella cattolica.

Rendiamoci conto della realtà e mettiamoci perciò alla ricerca di veri sacerdoti e di veri pastori che intendono essere fedeli sino alla morte a ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto. Ne va della salvezza eterna della nostra anima!

Cerchiamo e rivendichiamo al clero che ce l'ha tolta la S. Messa tridentina, dove è certo che Cristo ci attende per donarci la Sua Grazia, indispensabile per resistere in questi tempi in cui il demonio, attraverso il Concilio Vaticano II, è riuscito ad entrare nella Chiesa “andando in cerca di chi divorare” (1Pt 5, 8).
p.Elia