Conferenze-stampa in alta quota: papa Bergoglio continua a sconcertare il mondo cattolico con le sue valutazioni altalenanti.

E’ accaduto anche in occasione della visita in Messico. [...] Il fatto è che, volenti o nolenti a Santa Marta, dalla conferenza-stampa di giovedì 18 febbraio il mondo massmediatico si occupa quasi soltanto della definizione di “non cristiano” affibbiata dal Papa a Donald Trump (uno dei maggiori candidati repubblicani per le elezioni presidenziali statunitensi), del “non m’ immischio” sempre del Papa in relazione al dibattito sul disegno di legge Cirinnà per le ‘unioni civili’ (leggi: ‘matrimonio omosessuale’), dell’ ‘apertura’ alla contraccezione’ per evitare il virus Zika (e non solo). Sono i tre momenti della conferenza-stampa in aereo che lettori, ascoltatori, telespettatori, internauti si sono ritrovati davanti agli occhi frequentando – a partire da ieri sera- i media di riferimento.

La deduzione del lettore medio è semplice (volente o nolente Santa Marta): Donald Trump non può essere votato da un cristiano; per il ddl Cirinnà ognuno si consulti con la sua coscienza… ma niente barricate per evitare che passi; l’aborto è un crimine, ma la contraccezione è solo un male minore e quindi è accettabile.

‘Chi sono io per giudicare?’ Difficile dimenticare quanto disse (anche se il ragionamento era molto più complesso e riguardava gli omosessuali sulla via del pentimento per i loro comportamenti) papa Francesco di ritorno dal Brasile nel 2013. Dunque: niente giudizi su una persona, poiché sarebbero fuori posto. E’ una frase questa che è diventata un cult del politicamente corretto e viene evidenziata dai cosiddetti ‘progressisti’ ogni volta che sul tavolo si presenta un tema etico. Però si deve pur osservare che nell’aereo che da Ciudad Juarez volava verso Roma Francesco ha voluto colpire proprio una persona in carne ed ossa, decretando: “Non è cristiano”. E allora ci si può chiedere legittimamente: il giudizio di Francesco è a geometria variabile? La misericordia è solo un concetto astratto oppure selezionato?
 
Non solo: la sentenza di Francesco è stata subito sfruttata da alcuni per ragioni di politichetta nazionale italiana. Leggete un po’ di come ha riferito ‘Avvenire’, il quotidiano galantiniano. “Il Papa: alzare muri non è da cristiani”: è suonato così il titolone di apertura di prima pagina nell’edizione di venerdì 19 febbgraio. Con sottotitoli: “Sia dove sia, non è Vangelo” e “Trump lo attacca”. Leggendo tali proclami a che cosa avranno pensato i lettori non trinariciuti? Sicuramente all’Ungheria, all’Austria, ecc… ecc… ma soprattutto alla Lega Nord di Salvini: ‘scomunicata’ anch’essa. Ancora. Sempre nel sottotitolo di prima pagina ‘Avvenire scrive: “Trump lo attacca” ( attacca il Papa, in pagina: “Trump è insultante”). Se è vero che sul tema dell’immigrazione Trump ha espresso da tempo le sue opinioni (che si possono condividere oppure no), ieri il candidato repubblicano ha solo reagito all’accusa pesante fattagli da papa Francesco di non essere cristiano. Il che può anche essere, ma non è coerente che sia il Papa del ‘Chi sono io per giudicare?” a definirlo così. Eppure il quotidiano “La Stampa’, quello del contenitore turiferario ‘Vatican Insider’, titola con compiaciuto consenso: “Francesco scomunica Trump”.
C’è di più: Francesco, definendo “non cristiano” Trump, è entrato a gamba tesa nella campagna per le presidenziali USA. Eppure, nella stessa conferenza-stampa in aereo, il Papa ha detto, a proposito del dibattito italiano sulle ‘unioni civili’: “Il Papa non si immischia nella politica italiana (…) perché il Papa è per tutti e non può mettersi nella politica concreta, interna di un Paese; questo non è il ruolo del Papa”. Se così è, perché Francesco è intervenuto nella delicata e complessa campagna elettorale statunitense?
 
Ancora di più: se leggiamo i giornali di oggi, il Papa è comunque intervenuto anche nella politica italiana sul tema delle ‘unioni civili’. Per Repubblica (prima pagina) Francesco è “neutrale sulle unioni civili” [...] Il “non m’immischio” dilaga su tutti i media a suggerire che chi si batte contro l’approvazione del disegno di legge Cirinnà non gode di appoggi dal capo della Chiesa Cattolica. Come dire ai fautori: fate pure, che noi non faremo certo barricate. Ca va sans dire, questa è la linea dell’organo galantiniano ‘Avvenire’, vicino ai ‘cattolici poltronisti’ e anche a quelli ‘à la carte’ (al di là di certi titoli e proclami, molto più fumo che arrosto).
 
(rossoporpora.org)