Tratta dal sito sisinono.org ripropongo una lucida e puntuale riflessione su quanto sta accadendo oggi nella Chiesa.
p.Elia
Soltanto la sprovvedutezza o la malafede di osservatori superficiali, accreditando l’unanime plauso mediatico che avvolge gli atti del pontificato di Bergoglio, potrebbe far ritenere che oggi si delinea una rinnovata affermazione della Chiesa e della Sua missione apostolica.
Una conclusione simile risulta decisamente smentita dai clamori propagandistici che i corifei del secolarismo riservano alle parole di un Papa deciso a sovvertire la costituzione gerarchica della Chiesa e a tramutare la Fede in un vago sentimentalismo filantropico, che fornisce un comodo alibi alle mire dominatrici del mondialismo avanzante.
Chi, invece considera la missione divinamente conferita al Vicario di Cristo, di preservare con vigile intransigenza il Depositum Fidei, non può non rimanere costernato, ad esempio, dinanzi a talune dichiarazioni rilasciate da Francesco I ai giornalisti durante il suo viaggio di ritorno dal Messico (febbraio 2016). Richiesto di un giudizio circa la legalizzazione delle “unioni civili” e delle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali in Italia, egli si è detto contrario ad interferire nelle vicende politiche [?] interne. Così a fronte del satanico progetto perseguito dalle democrazie, ostili all’ordine naturale che fonda una pacifica e armoniosa convivenza civile, la suprema autorità ecclesiastica preferisce arroccarsi in un silenzio complice.
Ciò prefigura verosimilmente la piena realizzazione dei voti di quel Concilio Vaticano II animato dalla prospettiva di una resa ad una pseudo-civiltà, il quale, nel segno della laicizzazione anticristiana, ambisce a riproporre la Fede in versione blandamente aggiornata alla attuale putrida società del pensiero debole e dei poteri forti.
La preminente considerazione dei temi sociali, valutati alla luce di una deformazione pauperistica del Vangelo e di una correlativa minimizzazione delle sue valenze soprannaturali, denota le perniciose predisposizioni anti-dogmatiche dei vertici dell’attuale gerarchia, volta a perseguire una sempre più accentuata prossimità con un mondo estraneo ad ogni sano ed autentico orizzonte spirituale.
La diffidenza, anzi l’ostilità, di Bergoglio per una fede vissuta in conformità alla Tradizione, le sue ambigue aperture alla contraccezione e i suoi non equivoci apprezzamenti per il comunismo, segnano una preoccupante accelerazione del decorso auto-demolitorio avviato dallo “spirito” conciliare e post-conciliare.
La divina verità del Cattolicesimo e la funzione indispensabile della Chiesa Romana, sola depositaria e interprete della Rivelazione divina, risultano neutralizzate dalle propensioni compromissorie da tempo adottate dalla Gerarchia e tese a stemperare la Fede nella confusione sincretistica propiziata dal sedicente “nuovo ordine mondiale”, che si giova del superficiale ed acquiescente ecumenismo propalato dalla cosiddetta “chiesa conciliare” per assolvere i politicanti delle liberaldemocrazie agnostiche e per scardinare i più elementari princìpi etici.
Il presumibile intento di dissimulare la drammatica situazione della Chiesa contemporanea ha indotto qualcuno a sostenere che le reticenze del Papa riguardo agli ultimi progetti legislativi anticristiani e anti-umani siano compensate dalle parole con cui ha ricordato che, in tali circostanze, i parlamentari cattolici devono votare secondo una coscienza ben formata. Questo tentativo di dissimulazione sembra, però, non tenere sufficientemente in considerazione le gravissime conseguenze etiche e spirituali provocate da “leggi” presupponenti una radicale distorsione dell’autentica nozione di “diritto”.
Le presenti annotazioni, che a torto sarebbero giudicate espressioni di una astiosa volontà accusatoria, riflettono la viva sollecitudine di non pochi credenti attoniti per gli effetti secolarizzatori della “pastorale” conciliare. Alludiamo a quei cattolici che non acconsentono a diluire la propria fede in dosate gocce di veleno neomodernistico, che sdegnano con pari determinazione e le illusioni e i cedimenti ad una cupa rassegnazione e che, in coerenza alle predette posizioni, sanno che la Chiesa, partecipe della Passione redentrice del Signore, continuerà, nonostante la malvagità dei tempi, a dispensarne la Grazia santificante, destinata a trionfare delle vicissitudini terrene e a preparare l’avvento del Regno dei Cieli.
Una conclusione simile risulta decisamente smentita dai clamori propagandistici che i corifei del secolarismo riservano alle parole di un Papa deciso a sovvertire la costituzione gerarchica della Chiesa e a tramutare la Fede in un vago sentimentalismo filantropico, che fornisce un comodo alibi alle mire dominatrici del mondialismo avanzante.
Chi, invece considera la missione divinamente conferita al Vicario di Cristo, di preservare con vigile intransigenza il Depositum Fidei, non può non rimanere costernato, ad esempio, dinanzi a talune dichiarazioni rilasciate da Francesco I ai giornalisti durante il suo viaggio di ritorno dal Messico (febbraio 2016). Richiesto di un giudizio circa la legalizzazione delle “unioni civili” e delle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali in Italia, egli si è detto contrario ad interferire nelle vicende politiche [?] interne. Così a fronte del satanico progetto perseguito dalle democrazie, ostili all’ordine naturale che fonda una pacifica e armoniosa convivenza civile, la suprema autorità ecclesiastica preferisce arroccarsi in un silenzio complice.
Ciò prefigura verosimilmente la piena realizzazione dei voti di quel Concilio Vaticano II animato dalla prospettiva di una resa ad una pseudo-civiltà, il quale, nel segno della laicizzazione anticristiana, ambisce a riproporre la Fede in versione blandamente aggiornata alla attuale putrida società del pensiero debole e dei poteri forti.
La preminente considerazione dei temi sociali, valutati alla luce di una deformazione pauperistica del Vangelo e di una correlativa minimizzazione delle sue valenze soprannaturali, denota le perniciose predisposizioni anti-dogmatiche dei vertici dell’attuale gerarchia, volta a perseguire una sempre più accentuata prossimità con un mondo estraneo ad ogni sano ed autentico orizzonte spirituale.
La diffidenza, anzi l’ostilità, di Bergoglio per una fede vissuta in conformità alla Tradizione, le sue ambigue aperture alla contraccezione e i suoi non equivoci apprezzamenti per il comunismo, segnano una preoccupante accelerazione del decorso auto-demolitorio avviato dallo “spirito” conciliare e post-conciliare.
La divina verità del Cattolicesimo e la funzione indispensabile della Chiesa Romana, sola depositaria e interprete della Rivelazione divina, risultano neutralizzate dalle propensioni compromissorie da tempo adottate dalla Gerarchia e tese a stemperare la Fede nella confusione sincretistica propiziata dal sedicente “nuovo ordine mondiale”, che si giova del superficiale ed acquiescente ecumenismo propalato dalla cosiddetta “chiesa conciliare” per assolvere i politicanti delle liberaldemocrazie agnostiche e per scardinare i più elementari princìpi etici.
Il presumibile intento di dissimulare la drammatica situazione della Chiesa contemporanea ha indotto qualcuno a sostenere che le reticenze del Papa riguardo agli ultimi progetti legislativi anticristiani e anti-umani siano compensate dalle parole con cui ha ricordato che, in tali circostanze, i parlamentari cattolici devono votare secondo una coscienza ben formata. Questo tentativo di dissimulazione sembra, però, non tenere sufficientemente in considerazione le gravissime conseguenze etiche e spirituali provocate da “leggi” presupponenti una radicale distorsione dell’autentica nozione di “diritto”.
Le presenti annotazioni, che a torto sarebbero giudicate espressioni di una astiosa volontà accusatoria, riflettono la viva sollecitudine di non pochi credenti attoniti per gli effetti secolarizzatori della “pastorale” conciliare. Alludiamo a quei cattolici che non acconsentono a diluire la propria fede in dosate gocce di veleno neomodernistico, che sdegnano con pari determinazione e le illusioni e i cedimenti ad una cupa rassegnazione e che, in coerenza alle predette posizioni, sanno che la Chiesa, partecipe della Passione redentrice del Signore, continuerà, nonostante la malvagità dei tempi, a dispensarne la Grazia santificante, destinata a trionfare delle vicissitudini terrene e a preparare l’avvento del Regno dei Cieli.