I tre mezzi supremi della dissoluzione in corso

Una riflessione di Massimo Viglione su civiltacristiana.com
p.Elia
 
«Mentire è un vizio che conduce al male, ma è davvero una gran virtù quando è rivolta al bene. Perciò sii più virtuoso che mai. Si deve mentire come il diavolo, non timidamente, non di tanto in tanto, ma audacemente e sempre». Voltaire, lettera a Thiriot

Le ragioni per le quali il nostro mondo sta andando verso la dissoluzione e il nichilismo assoluto sono molteplici, ma ve ne sono tre fondamentali, su cui si basano tutte le altre.
Perché i dissolutori sanno che possono dire qualsiasi folle o ridicola menzogna (che i bambini di un anno hanno bisogno di sesso e quindi la pedofilia pacifica va accettata, o che è giusto cantare a ballare “Gelato al cioccolato” durante la Messa, o che l’Islam è una religione di pace, o che l’Italia è un paese proiettato verso il futuro, o che gli insetti sono buoni, e così via), che prima o poi, a furia di essere detta e ridetta, sarà da alcuni accettata, da molti difesa, da quasi tutti infine inverata;

Per conservare e difendere la nostra Fede (nell'attuale crisi della Chiesa)

Padre Calmel scriveva: "Ciò che sarà sempre possibile nella Chiesa, cioè che la Chiesa assicurerà sempre, nonostante i tentativi diabolici della nuova Chiesa post-vaticanesca, è questo: tendere alla santità realmente, potersi istruire, in un gruppo reale anche se molto piccolo, sulla dottrina immutabile e soprannaturale, sotto un'autorità reale e conservando la sicurezza che resteranno sempre dei veri sacerdoti e dei Vescovi fedeli, che non avranno dimissionato nelle mani delle commissioni e della collegialità.
Mi sembra che il mezzo per permettere alla battaglia cristiana di raggiungere la sua massima espansione, evitando i conflitti interni e le rivalità esterne, è quello di condurla per piccole unità, che si aiutino se necessario, ma che si rifiutino di far parte di non so quali organizzazioni sistematiche e universali.
In queste varie unità, come una modesta scuola, un umile convento, una confraternita di pietà, un piccolo gruppo di famiglie cristiane, un'organizzazione di pellegrinaggi, l'autorità è reale e indiscussa; il problema del capo praticamente non si pone; l'opera da svolgere è precisa. Si tratta solamente di andare fino in fondo alla propria grazia e alla propria autorità nella piccola sfera della quale si ha certamente la responsabilità, tenendosi uniti, senza grandi organizzazioni amministrative, a coloro che fanno la stessa cosa
". (Breve apologia della Chiesa di sempre) 
p.Elia 

Comunicato della >Corsia dei Servi, 26/08/2016

Non vi è dubbio che a partire dal Concilio Vaticano II un profondo cambiamento si è verificato nella Chiesa cattolica. Quale tipo di cambiamento? L'albero si riconosce dai frutti, come insegna il Vangelo: “Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni”. (Mt 7, 16-18;cfr anche Lc 6, 43-45).

Uno dei frutti di questo cambiamento riguarda l'incontestabile fatto che a partire dal Concilio Vaticano II il cattolico debba sentirsi continuamente messo nella necessità di scegliere tra Verità ed ubbidienza.

Come ti distruggo la Chiesa con nonchalance

Brillante articolo di Matteo Donadoni su campariedemaistre.com
p.Elia

Porto una “chin curtain”. Se fosse rosso carota sembrerei Paddy, l’irlandese qualunque. De facto si può dire che è una barba islamica. Non per nulla il mio parroco mi ha sfottuto per anni con un ridacchiato «sei un talebano cattolico”. Come se potesse esistere. Certo, se fossi un buon cattolico sarei un fondamentalista cattolico, in fondo, fondamentalista è solo colui che si rifà ai fondamenti: un fondamentalista matematico si rifà ad Euclide, la cui rigorosa teoria geometrica, gli “Elementi”, si basa su presupposti dogmatici (il punto non ha dimensioni, la retta è infinita e composta da infiniti punti, e perfino il segmento, che è finito, è composto da punti infiniti, e via discorrendo). Non per questo un euclideo anche solo abborracciato se ne va in giro a sgozzare o tirar pistolettate ai seguaci di Nikolai Lobacevskij (1792 – 1856). 
 
Il fondamentalismo religioso è l’atteggiamento di purificazione della fede tramite il ritorno ai principi fondanti la religione data. Se, nella fattispecie, prendessimo in esame la religione ebraica nella sua compiutezza messianica, e cioè il cattolicesimo, bene, i fondamenti cattolici sono Gesù e il suo Vangelo, soprattutto. Mi sento di affermare con certezza pressoché totale che Gesù Cristo è assolutamente fondamentalista riguardo a se stesso. [...]

Le parole di Mons.Lefebvre...Chi ha orecchi da intendere...

Una domanda, di questi tempi, dobbiamo continuamente porre a noi stessi: possiamo affermare con obiettività e sincerità che la Chiesa postconciliare, nata dal Concilio Vaticano II, con i suoi atti e con le sue parole, con le sue interpretazioni della dottrina lasciataci da Nostro Signore Gesù Cristo...è oggi cattolica? In altre parole: la Chiesa postconciliare insegna ciò che la Chiesa insegnava fino al Concilio Vaticano II? Basta un semplice paragone e presto fatto avremo la risposta certa. Da qui dovremo prendere la nostra decisione di rimanere o meno fedeli a Cristo. La salvezza della nostra anima dipenderà da questo.
p.Elia 
 
"Che la Chiesa Conciliare è una Chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa Cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi.
Questa Chiesa Conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento, principi opposti a quelli della Chiesa Cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa.

I ministri indegni...

Ecco le parole di Santa Caterina da Siena riportate nel Dialogo della Divina Provvidenza in merito ai sacerdoti e religiosi indegni. Sono parole attualissime in questo nostro tempo in cui una moltitudine di sacerdoti, vescovi e interi ordini religiosi hanno di fatto abbandonato la religione cattolica per propagare l'eresia modernista. La cosiddetta "pastorale" del Concilio Vaticano II è, di fatto, la negazione concreta della Dottrina di Cristo, soppiantata dall'ideologia modernista che ha al suo centro l'uomo e il suo orgoglio, così come accadde ad Adamo ed Eva, vinti dal Serpente. Oggi il demonio ha conquistato la maggior parte del clero che si dice cattolico. Per i fedeli, l'unica strada per salvarsi l'anima è dunque quella di mettersi alla ricerca dei veri sacerdoti e religiosi cattolici, di mettersi alla ricerca dei luoghi ove si celebra la Messa tridentina (che è vera Santa Messa cattolica), di mettersi alla ricerca della vera Dottrina, della Tradizione custodita dalla Chiesa...la Provvidenza farà il resto!
E per chi ancora nutrisse dei dubbi, legga le parole di Santa Caterina ispirate da Dio. 
p.Elia

Ora fa attenzione, carissima figlia, perchè ti voglio mostrare la vita scellerata di alcuni di loro, e parlartene affinchè tu e gli altri miei servi abbiate più motivi per offrirmi umili e continue preghiere per loro. Da qualsiasi lato tu ti volga, secolari e religiosi, chierici e prelati, piccoli e grandi, giovani e vecchi, e gente d'ogni specie, altro non vedi che le offese ch'essi m'arrecano; e da tutti si eleva un fetore di peccato mortale. Questo fetore a me non porta alcun danno, nè può nuocermi, ma molto danno fa a loro stessi....

[…] Figlia mia, ascolta con dolore e amarezza di cuore! dove essi hanno posto il loro principio e che cosa considerano loro fondamento? l'hanno posto nell'amor proprio, nell'amore di se stessi, donde è germogliato l'albero della superbia, madre della indiscrezione. Poichè, infatti, sono senza discrezione, attribuiscono a se stessi l'onore e la gloria andando in cerca di gradi elevati, amando gli ornamenti e con ciò mi arrecano offesa e vergogna! E attribuiscono a se stessi ciò che non appartiene a loro, mentre danno a me quello che non è mio; a me infatti si deve l'onore e la gloria, e lode al mio Nome; a loro si deve l'odio della propria sensualità e la vera conoscenza di sè, che si ottiene quando ci si reputa indegni del grandissimo ministero ricevuto da me; essi invece fanno al contrario....

La Messa riformata e imposta dal Concilio Vaticano II

Il 27 novembre 1969, tre giorni prima della data fatidica in cui entrò in vigore il Novus Ordo Missae (fabbricato dal Concilio Vaticano II) padre Calmel espresse il suo rifiuto con una dichiarazione d’eccezionale portata, resa pubblica sulla rivista Itinéraires. Rileggiamo le sue parole perchè la chiarezza e il coraggio della Fede appartengono a uomini santi (come lo fu mons. Lefebvre, altro apostolo di Nostro Signore Gesù Cristo). Apriamo gli occhi sulla sciagura che è stata per la Chiesa il Concilio Vaticano II e soprattutto non lasciamoci più ingannare da quel clero che ha imposto ai fedeli una nuova religione, non più cattolica ma modernista e protestante. Ritorniamo alla S.Messa "di sempre", riscopriamo la Fede, ritorniamo alla Verità... per la salvezza della nostra anima.  
p.Elia 
Mi attengo alla Messa tradizionale – dichiarò padre Calmel –, quella che fu codificata, ma non fabbricata, da San Pio V, nel XVI secolo, conformemente ad un uso plurisecolare. Rifiuto dunque l’Ordo missae di Paolo VI.
Perché? Perché, in realtà, questo Ordo Missae non esiste. Ciò che esiste è una rivoluzione liturgica universale e permanente, permessa o voluta dal Papa attuale, e che riveste, per il momento, la maschera dell’Ordo Missae del 3 aprile 1969. È diritto di ogni sacerdote rifiutare di portare la maschera di questa rivoluzione liturgica. E stimo mio dovere di sacerdote rifiutare di celebrare la messa in un rito equivoco.
Se accettiamo questo nuovo rito, che favorisce la confusione tra la Messa cattolica e la cena protestante – come sostengono i due cardinali (Bacci e Ottaviani) e come dimostrano solide analisi teologiche – allora passeremmo senza tardare da una messa intercambiabile (come riconosce, del resto, un pastore protestante) ad una messa completamente eretica e quindi nulla. Iniziata dal Papa, poi da lui abbandonata alle Chiese nazionali, la riforma rivoluzionaria della messa porterà all’inferno. Come accettare di rendersene complici?

Dichiarazione di don Nicola Bux circa le affermazioni del card. Bagnasco riguardo alla c.d. preghiera degli imam nelle chiese cattoliche

Alle parole sconcertanti del card. Bagnasco (e non dico altro sebbene mi stia ribollendo il sangue nel costatare l'impegno certosino di questi "pastori" di Santa Romana Chiesa nel distruggere tutto ciò che è autenticamente cattolico), leggo una dichiarazione/risposta rilasciata da don Nicola Bux che, se non altro, ha il pregio di entrare nel merito della questione citando fonti precise. Nel silenzio generale degli uomini di Chiesa distratti (per non dire vili e codardi), almeno un sacerdote si è degnato di puntualizzare pubblicamente la questione. 
p.Elia 
 
A proposito delle dichiarazioni, apparse sulla stampa, di S. Em.za il card. Bagnasco, Presidente della CEI, riguardo al gesto di alcuni esponenti musulmani (pochissimi in realtà) di “partecipare” alle Sante Messe della scorsa Domenica 31 luglio, secondo il quale si tratterebbe di un “gesto enorme”, “sostegno cruciale” per isolare i terroristi e che sarebbero incomprensibili – a suo modo di vedere – le critiche dei cattolici agli imam in chiesa, rispettosamente faccio presente che il fatto si configura come violazione della communicatio in sacris (v. can. 844 c.i.c.). Essa, si ricorda, è consentita, a determinate condizioni e con molte cautele, ai cattolici solo con i cristiani ortodossi e con gli evangelici, secondo le disposizioni del Direttorio Ecumenico del 1993 (cfr. nn. 122-128 circa la Condivisione di vita sacramentale con i membri delle varie Chiese orientali; nn. 129-136 circa la Condivisione di vita sacramentale con i cristiani di altre Chiese e comunità ecclesiali).
In nessun caso ciò è consentito con i non cristiani
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La verità mutilata

Tratta dal sito sisinono.org ripropongo una lucida e puntuale riflessione su quanto sta accadendo oggi nella Chiesa. 
p.Elia

Soltanto la sprovvedutezza o la malafede di osservatori superficiali, accreditando l’unanime plauso mediatico che avvolge gli atti del pontificato di Bergoglio, potrebbe far ritenere che oggi si delinea una rinnovata affermazione della Chiesa e della Sua missione apostolica.

Una conclusione simile risulta decisamente smentita dai clamori propagandistici che i corifei del secolarismo riservano alle parole di un Papa deciso a sovvertire la costituzione gerarchica della Chiesa e a tramutare la Fede in un vago sentimentalismo filantropico, che fornisce un comodo alibi alle mire dominatrici del mondialismo avanzante.

Chi, invece considera la missione divinamente conferita al Vicario di Cristo, di preservare con vigile intransigenza il Depositum Fidei, non può non rimanere costernato, ad esempio, dinanzi a talune dichiarazioni rilasciate da Francesco I ai giornalisti durante il suo viaggio di ritorno dal Messico (febbraio 2016). Richiesto di un giudizio circa la legalizzazione delle “unioni civili” e delle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali in Italia, egli si è detto contrario ad interferire nelle vicende politiche [?] interne. Così a fronte del satanico progetto perseguito dalle democrazie, ostili all’ordine naturale che fonda una pacifica e armoniosa convivenza civile, la suprema autorità ecclesiastica preferisce arroccarsi in un silenzio complice.