Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)

"Venne ad abitare in mezzo a noi". Non è, credo, possibile - per descrivere un evento inaudito ed esporre un concetto sovrastante ogni umana comprensione e ogni attesa - trovare una frase più semplice e feriale di questa: è il linguaggio dei nostri traslochi e dei nostri trasferimenti.
Già nella sua forma espressiva evoca l'indole propria della realtà centrale del cosmo e della storia; cioè, la verità dell'Incarnazione. "Il Verbo si fece carne", ci ha detto l'evangelista: vale a dire, è la divina ricchezza che, per così dire, si immiserisce; è l'infinità che assume l'esiguità di un neonato; è l'onnipotenza che accetta di farsi bisognosa di tutto come la più piccola della creature. "Umiliò (quasi 'annientò') se stesso", ha detto sinteticamente san Paolo (cfr. Fil 2,8).
E' la realtà - sublime e dimessa al tempo stesso - dell'Unigenito del Padre che diventa uno di noi. E' il prodigio grandioso e povero del Natale, che una volta ancora quest'anno ritorna, sempre eloquente e sempre efficace, e con dolcezza si impone all'attenzione anche dei più superficiali e dei distratti.

La curia avrà quindici malattie, ma anche lui sta poco bene

Si avvicina il giorno in cui papa Francesco porgerà gli auguri natalizi ai dirigenti della curia romana, con tanto di discorso. E molti si chiedono che cosa dirà questa volta, dopo lo sfracello dell'anno passato, quando rovesciò addosso ai curiali la lista delle quindici vergognose "malattie" di cui li giudicava affetti: > "Carissimi dipendenti della curia…"
Da allora, in Vaticano, il mormorio delle critiche a Jorge Mario Bergoglio è andato crescendo, sempre però al riparo dell'anonimato, essendo nota la reattività del papa contro chiunque lo critichi o lo irriti.
[...]. Ora, in Germania e questa volta sul settimanale "Focus", è uscita una ulteriore bordata, in forma di lettera aperta al papa, ad opera di un ex curiale di lungo corso, di nazionalità presumibilmente tedesca: "Sie distanzieren sich von der Weisheit". L'autore è noto alla direzione di "Focus", ma nemmeno lui firma con il nome e il cognome, non solo per "il clima di paura" che dice regni oggi in Vaticano, ma anche per "proteggere dall'ira del papa" i suoi precedenti superiori in curia. Quella che segue è la traduzione integrale della lettera apparsa su "Focus" del 29 novembre.

... Altro che Misericordia! C'era bisogno di questo Giubileo?

C'era bisogno di questo Giubileo? No, non sono uno di quei romani scettici che temono (con qualche ragione) traffico e attentati, sono un provinciale cattolico a cui il maxi evento religioso non dovrebbe causare particolari problemi, eppure non riesco a convincermi della sua necessità.
La domenica in chiesa vedo moltissime persone in fila per la comunione, pochissime avvicinarsi al confessionale: qualcosa non torna. Visto che nei giorni feriali trovare un confessionale presidiato è un'impresa difficile quasi quanto trovare un vescovo disponibile a dire in pubblico ciò che dice in privato di ...., ne deduco che a confessare abitualmente i propri peccati sia una sparuta minoranza. 

Viviamo nell'epoca dell'autoindulgenza: i cattolici italiani sono in stragrande maggioranza convinti di non peccare e quindi non hanno alcun bisogno di un Giubileo dedicato alla misericordia di Dio. Hanno preso molto alla lettera la scritta scolpita nel travertino del Colosseo quadrato: «Un popolo di artisti di eroi / di santi...». Pio XII già lo sapeva nel 1946, quando l'Italia era all'apparenza ancora molto cattolica: «Il peccato del secolo è la perdita del peccato».

Obbedienza e infallibilità papale: cosa insegna veramente la dottrina cattolica?

Normalmente si sentono espressioni del tipo: “il Papa non può sbagliare”, “è assistito dallo Spirito Santo”, oppure:“bisogna comunque e anzitutto obbedire” perché “l’obbedienza è la prima virtù” e “chi obbedisce non sbaglia mai”, per finire con quelle del tipo: “ma lo Spirito Santo nel Concilio (il Vaticano II, ovviamente) ha stabilito che … ecc. ecc.”.Purtroppo spesso i sostenitori di tali espressioni hanno una conoscenza non adeguata del dogma cattolico e degli insegnamenti della Chiesa sui suddetti argomenti e per questo cadono in errore crededo di parlare per il bene della Chiesa stessa. Di qui la necessità di esaminare, una volta per tutte, questi argomenti alla luce della dottrina cattolica.
Le obiezioni che abbiamo appena accennato si possono ridurre sostanzialmente a tre:
1) l’infallibilità papale;
2) l’obbedienza dovuta al Vicario di Cristo;
3) l’autorità dei decreti del Vaticano II che, si sottolinea, essendo stati emanati da un Concilio Ecumenico, sono vincolanti per ogni cattolico.

Voi sarete perseguitati nel mondo, ma non abbiate paura, io ho vinto il mondo

Chi ha avuto la Grazia di conoscere e amare l’Unica Verità Assoluta sente molto l’amaro di questo calice che con forza viene imposto sulle labbra di chi continua a svolgere il proprio dovere di servo fedele da un Occidente falsamente democratico e concretamente massonico/mondialista.

Ma è il caso di dirlo: anche questa volta Satana ha preso un granchio! Dovrebbe saperlo il dannato serpente, quando duemila anni fa fece inchiodare il Re dei Re su una Croce. Che abbaglio, che svista! Il suo obietivo era quello di far sparire per sempre l’Eterno Verbo di Dio, ma gli sfuggì una cosa: dietro la morte di Gesù in realtà si celava la Vita! Il più furbo tra le creature di Dio non poteva immaginare che quel Sangue avebbe spalancato le porte del cielo fino ad allora chiuse a tutti i discendenti di Adamo.

Il pericolo non è il fondamentalismo, è proprio l'Islam

"Credo che non dobbiamo stupirci, l'Europa non è in guerra da oggi. Già la Fallaci e Bat Ye'or, l'inventore del termine Eurabia, avevano preannunciato tutto questo. La minaccia dell'Isis su Roma, Londra e Washington è reale più che mai". Roberto De Mattei, storico e cattolico integralista, commenta così i tragici fatti di Parigi.

Siamo di fronte a una nuova guerra religiosa innescata dal fondamentalismo islamico?
Si tratta di una guerra politico-religiosa in quanto l'islam, diversamente dal cristianesimo, non distingue tra religione e politica. Noi dobbiamo difenderci sia sul piano politico sia sul piano religioso, rivendicando la nostra identità culturale cristiana.

Bergoglio, vescovo di Roma

[...] Diciamolo chiaramente: quest’uomo non è cattolico. Semplicemente. E io ritengo della massima importanza che questa tremenda verità venga proclamata in maniera chiara e decisa dal maggior numero possibile di cattolici. Peraltro, è lui stesso che ci facilita il compito: ricordiamoci che ebbe la franchezza di affermarlo pubblicamente, poco tempo dopo la sua elezione: «Io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, perché non esiste un Dio cattolico».

Se Bergoglio avesse pronunciato solo questa frase scandalosa, e non la lista interminabile di enormità che gli è accreditata e che si accresce giorno per giorno, essa sola basterebbe per comprendere la gravità della situazione nella quale ci troviamo. Non rendersi conto di questo alla prima lettura di una simile bestemmia, può solo essere dovuto all’ignoranza o alla cecità volontaria; e quest’ultima a sua volta può dipendere da due diversi motivi: dalla mala fede propria dei traditori o dal timore proprio dei tiepidi e dei pusillanimi…

Assolutamente da leggere e meditare le parole di Mons. Schneider

[...] La Relazione Finale del Sinodo, sfortunatamente, omette di convincere i divorziati risposati in merito al loro peccato. Al contrario, col pretesto della misericordia e di un falso senso della pastoralità, i Padri Sinodali [...] hanno tentato di occultare la condizione di pericolo spirituale in cui si trovano i divorziati risposati.

Difatti, gli si dice che il loro peccato di adulterio non è un peccato e non può essere definito adulterio. O quanto meno non è un peccato grave e la loro condizione di vita non comporta alcun pericolo spirituale. Un atteggiamento di questo tipo da parte dei Pastori è direttamente in contrasto con l’azione dello Spirito Santo ed è pertanto anti-pastorale, opera di falsi profeti cui si possono applicare le seguenti parole della Sacra Scrittura: «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» (Is 5, 20) e «I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità per cambiare la tua sorte; ma ti han vaticinato lusinghe, vanità e illusioni» (Lam 2, 14). A questi Vescovi l’Apostolo Paolo senza alcun dubbio rivolgerebbe oggi queste parole: «Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo» (II Cor 11, 13).

Dopo il Sinodo, cosa accadrà?

Nel suo intervento [discorso conclusivo tenuto da Bergoglio, ndr], il vescovo di Roma, che a suo dire presiede nella carità l’assemblea delle chiese sorelle, spiega caritatevolmente che la conclusione di questo Sinodo:

Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite.
Significa aver affermato che la Chiesa è Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del perdono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti e dei santi quando si sentono poveri e peccatori.
Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novità cristiana,qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile
”.

...E si dicono cattolici!

Mi si chiede un parere riguardo i tempi che stiamo vivendo. Intanto si assiste ad un fatto assai curioso: quello di coloro che sono tutti intenti a demolire l'insegnamento di Cristo affermando ciò nonostante di essere cattolici.
Si ha la pretesa di definirsi tali nonostante sia palese il rigetto di quell'insegnamento, tant'è che non lo si sopporta a tal punto dal pretendere che sia esso a doversi modellare alle esigenze e alle voglie dell'uomo (quando il Signore ci richiede l'esatto contrario). Ovvio che nasca il dubbio se chi dice di essere credente lo sia veramente...

Giova ricordare le parole di Papa San Pio X: “Il male dell’epoca moderna è una malattia dell’intelletto che si chiama agnosticismo”. Ciò significa che la fede è in ritirata perché il trascendente è divenuto o ritenuto inconoscibile. L’intelletto umano tuttavia, se dotato di onestà intellettuale e morale, è in grado di conoscere ciò che è bene e ciò che è male.
Sicché spesso l’errore intellettuale ha un’origine pratica o morale, ossia ci si vuol sbagliare e non si vuol ammettere la realtà per non cambiar vita”. (1)

Misericordia per il peccatore o per il peccato?

Proponiamo alla lettura un testo di Padre Garrigou Lagrange, che fu uno dei più grandi cattolici tomisti contemporanei, tratto dal suo trattato di spiritualità Le tre età della vita interiore (T I cap. VIII). Esso è di una stridente attualità e ricorda che la vera carità deve portarci ad essere misericordiosi con il peccatore ma non con il peccato.

«Esiste una falsa carità, fatta di colpevole indulgenza e di debolezza, come la dolcezza di coloro che non urtano nessuno perché hanno paura di tutti. Vi è anche una presunta carità fatta di sentimentalismo umanitario che cerca di farsi approvare dalla vera e che spesso, per il suo contatto, la inquina.
Uno dei principali conflitti dell’ora presente è quello che si erge fra la vera e la falsa carità. Quest’ultima fa pensare ai falsi cristi di cui parla il Vangelo; essi sono più pericolosi prima di essere smascherati che quando si fanno conoscere per veri nemici della Chiesa.

...Fingono di parlare come uomini di fede, per trarci in inganno...

L’epoca in cui visse sant’Atanasio fu di grande crisi della ortodossia, cioè della dottrina autentica. Siamo intorno al 360. In quel periodo (così come oggi) la verità cattolica rischiava di scomparire. Celebre è la frase di san Girolamo che descriveva quei tempi: «E il mondo, sgomento, si ritrovò ariano».
In tale contesto, sant’Atanasio non si piegò. Egli era un giovane vescovo di Alessandria d’Egitto. Rimase talmente solo a difendere la purezza della dottrina che per quasi mezzo secolo la sopravvivenza della fede autentica in Gesù Cristo si trasformò in una diatriba tra chi era per e chi non per Atanasio.

Qualche cenno biografico. Egli nacque ad Alessandria nel 295. Nel 325 presenziò al celebre Concilio di Nicea, in qualità di diacono di Alessandro ch’era vescovo di Alessandria. Concilio famoso quello di Nicea perché fu lì che venne solennemente proclamata la fede nella divinità di Cristo in quanto consustanziale al Padre.

Un Papa allarmante. Anche se non siete credenti

Che bravo El Papa. E’ piaciuto al Congresso. Ad Obama. E’ piaciuto all’ONU al completo. A Castro, anzi a tutt’e due i Castro. In Italia piace a tutti: a Scalfari, a Pannella & Bonino, a Bertinotti, ai gay militanti che si aspettano grandi novità da lui. Piace ai valdesi, ai massoni. Piace anche a Marchionne per lo spottone che ha fatto alla Fiat 500.
E’ logico che piaccia a tutti quelli che erano nemici della Chiesa, che la sentivano come ultima istanza antagonista. Ma oggi essa “tace del peccato, dell’errore, del ‘guai a voi’, della redenzione, del giudizio, del fine trascendente: il cristianesimo è ridotto a qualche cosa di appendicolare, di sussidiario, di cooperante”: una Ong, insomma.

Per un cattolico, questo successo mondano è un segno bruttissimo, terminale: “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” (Luca 6, 25-26). Ma chi non è credente farebbe male a infischiarsene o rallegrarsene, perché – essendo ogni politica l’emanazione di una teologia, lo si voglia o no – un rovesciamento della teologia cattolica di questa misura, avrà conseguenze anche sulla vostra vita. E conseguenze negative per la libertà stessa, e orribili per un più profondo motivo.

Il clero di Giuda


Nell'introduzione al libro di Michael Davies “La riforma liturgica anglicana” viene in sintesi riportata un'analisi storica su quanto accaduto nell'Inghilterra nel 1509, anno della salita al trono del re Enrico VIII: “L'Inghilterra conosce in quei tempi un'epoca di rinnovamento religioso, malgrado inevitabili abusi qua e là. Poi il demone si impadronisce del cuore del re che per soddisfare i propri istinti lussuriosi si allontana dalla madre Chiesa di Roma. Nel 1559, sotto il regno di sua figlia Elisabetta, quando fu votata la legge d'uniformità, il cattolicesimo è definitivamente distrutto. Una nuova forma di “cristianesimo”, l'anglicanesimo, lo ha rimpiazzato, prima di diffondersi in tutto il mondo anglosassone.

Questo cambiamento in massa di tutto un popolo non ha avuto come causa principale la predicazione di un riformatore, come fu il caso di Lutero in Germania o di Calvino in Svizzera. Esso fu l'abilissima opera dell'arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer. Quest'ultimo, già segretamente protestante, concepì un astuto disegno di modifica radicale della fede del popolo inglese unicamente trasformandone la liturgia. Cranmer stimò che, attraverso la liturgia vissuta ogni giorno, avrebbe raggiunto con più certezza le mentalità che non attraverso qualsiasi discorso. […] S

Card.George: vivere nella società gender sarà per i cattolici come vivere sotto la sharia

Il Cardinale Francis George, già presidente della conferenza episcopale USA, nella sua rubrica pubblicata nel sito diocesano, il 20 Luglio 2014, ha parlato molto chiaramente della pericolosità dell’ideologia gender, prospettando situazioni drammatiche verso chi si oppone ad essa. 
In Italia siamo passati all’offensiva dittatoriale: dagli scranni più alti della politica arrivano le negazioni dell’esistenza del gender, con annesse minacce di ricorrere all’autorità giudiziaria, verso quanti cercano di dimostrarne l’esistenza.
 
Le parole profetiche dell’arcivescovo emerito di Chicago purtroppo si realizzano in Italia, come già è avvenuto negli Stati Uniti, dove la libertà di pensiero e religiosa è fortemente limitata da leggi e disposizioni varate dall’attuale amministrazione politica, come conseguenza del pensiero unico e della cultura liquida in cui la società è precipitata.

Parole di S. Atanasio ai cristiani che soffrivano sotto gli ariani

"Che Dio vi consoli! ... Quello che rattrista ... è il fatto che gli altri hanno occupato le chiese con violenza, mentre in questo periodo voi vi trovate fuori. E' un dato di fatto che hanno la sede, ma voi avete la fede apostolica. 
 
Possono occupare le nostre chiese, ma sono al di fuori della vera fede. Voi rimanete al di fuori dei luoghi di culto, ma la fede abita in voi. 
Vediamo: che cosa è più importante, il luogo o la fede? La vera fede, ovviamente: Chi ha perso e chi ha vinto in questa lotta - quella che mantiene la sede o chi osserva la fede? 
È vero, gli edifici sono buoni, quando vi è predicata la fede apostolica; essi sono santi, se tutto vi si svolge in modo santo ... Voi siete quelli che sono felici, voi che rimanete dentro la Chiesa per la vostra fede, che mantenete salda nei fondamenti come sono giunti fino a voi dalla tradizione apostolica, e se qualche esecrabile gelosamente cerca di scuoterla in varie occasioni, non ha successo. Essi sono quelli che si sono staccati da essa nella crisi attuale. 

Padre Douglas al-Bazi: l'Islam moderato non esiste

Per favore, se c’è qualcuno che ancora pensa che l’Isis non rappresenta l’islam, sappia che ha torto. L’Isis rappresenta l’islam, al cento per cento”. Ha alzato la voce, intervenendo al Meeting di Rimini, padre Douglas al-Bazi, sacerdote cattolico iracheno e parroco a Erbil, formulando – a mo’ di provocazione e con toni duri – un’equazione che ben pochi si erano spinti a sostenere.

Porta sul corpo i segni delle torture subite nove anni fa, quando una banda di jihadisti lo sequestrò per nove giorni, tenendolo bendato e in catene, con il setto nasale fracassato da una ginocchiata: “Per i primi quattro giorni non m’hanno dato neanche da bere. Mi passavano davanti e mi dicevano ‘padre, vuoi dell’acqua?’. Ascoltavano tutto il giorno la lettura del Corano per far sentire ai vicini quanto fossero bravi credenti”. A padre Douglas non appartiene il felpato linguaggio della diplomazia, il perbenismo di gran moda di cui si fa gran uso per non urtare sensibilità varie.

Giubilare o piangere?

Papa Bonifacio VIII promulgò per primo l’Anno Santo, che avrebbe dovuto essere celebrato ogni secolo da un Natale all’altro; ma fu papa Clemente VI ad introdurre la parola Giubileo (in occasione dell’Anno Santo del 1350) da celebrarsi ogni 50 anni. Più tardi i Papi ridussero i termini del Giubileo da 50 a 33 anni (Urbano VI) e poi a soli 25 anni (Paolo II) come si osserva tuttora nel Giubileo ordinario, mentre il Giubileo straordinario o quello particolare possono esser indetti dal Papa anche prima dei 25 anni per un motivo particolare.

Tra i Giubilei straordinari si ricorda specialmente quello, tristemente famoso, indetto da Paolo VI. “Il Papa ha concesso questo Giubileo a ricordo dell’evento del Concilio Vaticano II, a titolo di ringraziamento e per implorare l’aiuto per l’osservanza delle disposizioni conciliari”. Lo stesso ha fatto Francesco I col Giubileo straordinario della Misericordia per festeggiare il 50° anniversario del Vaticano II, ancor più tristo di quello del 1966 poiché dopo 50 anni di post-concilio non ci si può più illudere sui suoi frutti, che son stati “triboli e spine” (come han dovuto riconoscere Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) sino ad arrivare allo sfacelo attuale del 2013-2105.

I disastri del nuovo linguaggio postconciliare

Il verbo dell'uomo è scaturito da un ordine di suprema armonia. È questa un'immutabile e fondamentale conoscenza. Il verbo dell'uomo è scaturito dall'ordine dell'Intelligenza eterna del Creatore. Nessun ricorso ad immagini dell'uomo e della società umana, nel più remoto passato, nessuna analisi dei dati delle lingue e dei linguaggi, nessuna speculazione sui dati della psicologia, detta sperimentale, nessuna ricerca in qualsiasi campo, può alterare questa grande e profonda verità, che è e deve essere sempre alla base di ogni meditazione e di ogni speculazione a proposito della verità, di Dio, dell'uomo e dei suoi eterni destini. Il verbo dell'uomo ha la sua origine nel Verbo di Dio.

Assistiamo, ormai già da tempo, ad un ostinato sforzo per rinnovare la nozione fondamentale della parola e dei rapporti dell'uomo con la sua propria parola e con la parola degli altri. Questo, che lo si voglia o no, conduce dapprima alla negazione o all'oblio dell'origine e della natura del verbo dell'uomo, e poi ineluttabilmente alla distruzione nell'uomo delle fondamentali basi ontologiche della parola umana.

Una ferita al matrimonio cristiano

I due Motu proprio di Papa Francesco Mitis iudex Domins Iesusper la Chiesa latina e Mitis et misericors Jesu per le Chiese orientali, resi noti l’8 settembre 2015, infliggono una grave ferita al matrimonio cristiano.
L’indissolubilità del matrimonio è legge divina e immodificabile di Gesù Cristo. La Chiesa non può “annullare”, nel senso di sciogliere, un matrimonio. Essa può, con una dichiarazione di nullità, verificarne l’inesistenza, dovuta alla mancanza di quei requisiti che ne assicurano la validità. Ciò significa che in un processo canonico la priorità della Chiesa non è l’interesse dei coniugi nell’ottenere la dichiarazione di nullità, ma la verità sulla validità del vincolo matrimoniale.

Pio XII ci ricorda a questo proposito che «nel processo matrimoniale il fine unico è un giudizio conforme alla verità e al diritto, concernente nel processo di nullità la asserita non esistenza del vincolo coniugale» (Allocuzione alla Rota Romana, 2 ottobre 1944). Il fedele può imbrogliare la Chiesa per ottenere la nullità, per esempio attraverso l’uso di testimonianze false, ma la Chiesa non può raggirare Dio e ha il dovere di un accertamento della verità limpido e rigoroso.

Il pericolo del pragmatismo

“Se voi tacerete lo grideranno le pietre” ~ L’insegnamento dell’insigne teologo e Vescovo di Campos monsignor de Castro Mayer

Il 29 settembre 1989 un quotidiano brasiliano intervistò monsignor Antonio de Castro Mayer e gli chiese: “Reputa possibile una riconciliazione con Roma?”.
Il Vescovo di Campos rispose: “Non c’è nessuna opposizione tra noi e la Roma degli Apostoli. Basterebbe che le autorità della Chiesa si riconcilino con la Tradizione infallibile di Roma, che condannino le deviazioni del Concilio Vaticano II e le follie del cosiddetto ‘spirito del Concilio’ e la riconciliazione sarà automatica, ipso facto. […]. Chiedere perdono significherebbe andare contro un preciso dovere di coscienza, sarebbe condannare tutto ciò che ho fatto per il bene della Chiesa e la salvezza delle anime, sarebbe abbandonare la causa per la quale ho lottato, la causa della Tradizione apostolica. […]. La scomunica che mi ha colpito nel 1988 anche se invalida mi rattrista perché mostra lo stato deplorevole in cui si trova l’elemento umano della Chiesa, l’intensità di avversione che i membri della gerarchia nutrono verso ciò che la Chiesa ha sempre fatto”.

L'ateismo come deficienza mentale

Confesso che – in questo volgere di tempi apocalittici che ormai ci travolgono – sentire uno che dichiara: “Io sono ateo” come fosse una prova di superiorità e libertà, mi fa uno strano effetto. Come si può vantarsi di mancare di una facoltà? Di essere privi di una funzione conoscitiva? E’ come se uno dicesse: guarda, adesso ho perso il senso del tatto, quindi – come vedi – posso afferrare ferri roventi, mettere le mani nelle braci, rovesciarmi addosso pentole bollenti… tutte cose che tu, povero idiota, non puoi fare. Tu non sei libero, io sì.

Ora, quello che costui descrive è il Morbo di Hansen, più comunemente noto come lebbra. La lebbra infatti, come affezione neurologica, fa’ perdere il senso del tatto. E’ per questo che i malati di lebbra nel terzo mondo hanno perduto le dita delle mani; hanno sollevato pentole bollenti e ferri roventi senza sentire dolore. Ma almeno, loro, non si sentono supremamente liberi; si sanno sciagurati e malati.

Nessuno tocchi Caino. Ci serve per uccidere Abele

Un amico mi gira l’agenzia (Zenit, cattolica) che annuncia: Papa Francesco premiato dai radicali come “Abolizionista dell’Anno 2015”. Chissà perché non mi indigno più. Sua Simpatia aderisce da anni a tutte le battaglie radicali. Pannella lo ama e ne è riamato, per non parlare di Emma Bonino, con cui ha dimostrato una calda vicinanza.
Ha parlato contro la pena di morte. Di più: s’è pronunciato anche contro l’ergastolo, “pena di morte nascosta”, fra gli applausi di Nessuno Tocchi Caino. In nome, della “suprema dignità della persona umana ”, il colpevole di omicidi efferati deve uscire presto dalla galera.
Trovo tutto ciò perfettamente logico e conseguente alle premesse. L’associazione che ha premiato il Papa si rallegra che siano sempre meno gli Stati che comminano la pena di morte. Ma ciò è conseguente al fatto che il potere statuale è stato assunto, oggi, da organizzazioni criminali quasi dovunque. E in ogni caso, lo Stato non si vive più come potere legittimo, giustificato ad esigere dai suoi cittadini il sacrificio supremo, perché li difende dalla tragicità della vita.

Ciò che si nasconde

“conviene quindi edificare una «nuova morale», che tenga conto delle mirabili scoperte della scienza e restituisca alla sessualità i suoi titoli di nobiltà. Verniciando di scienza il sesso, d'ora innanzi permesso, raccomandato, anzi comandato, esibirlo dappertutto. Basta coi tabù! In alto i sessi!

A questo, appunto, si dedicano pubblicamente, nella Chiesa, gruppi di preti sempre più folti. Ben lontani dall'accorgersi che la decadenza dei costumi è sempre parallela al declinare delle credenze, e dal consacrarsi con zelo alla restaurazione della fede e all'emendamento della condotta dei singoli, codesti disgraziati si accaniscono ad «integrare» — cosi dicono — «le ricchezze della sessualità» nel cristianesimo.

La legge naturale non è negoziabile


Il Sinodo dei Vescovi di ottobre discuterà sulla base di uno “strumento di lavoro” (Instrumentum laboris), che riassume le risposte al “questionario preparatorio” ricevute da conferenze episcopali, dicasteri e, più in generale, diocesi, parrocchie, movimenti, associazioni ecclesiali, consultati sul tema del matrimonio e della famiglia. Il documento, al di là del taglio sociologico che lo caratterizza, contiene alcuni passi inquietanti. Uno di questi è la svalutazione implicita e spesso esplicita della nozione di legge naturale.

Nell’Instrumentum laboris viene infatti detto che «per la stragrande maggioranza delle risposte e delle osservazioni, il concetto di ‘legge naturale’ risulta essere come tale, oggi nei diversi contesti culturali, assai problematico, se non addirittura incomprensibile» (n. 21). La soluzione proposta sarebbe quella di abbandonare il concetto e il termine di legge naturale o di “rileggerlo” con un linguaggio accessibile, facendo attenzione al mondo giovanile «da assumere come interlocutore diretto anche su questi temi» (n. 20). Sembra di capire dunque che, poiché il mondo cattolico non comprende più la nozione di legge naturale, tanto varrebbe accantonarla e sostituirla con qualcosa di più adatto alla mentalità corrente.

Chi torna al suo passato non esce dalla Chiesa

Nei momenti di confusione pericolosa occorre fare un passo indietro. Non si fa forse proprio così nella vita? Di fronte a una situazione confusa, difficile da districare, che ci rende preoccupati e perplessi, ci si ferma e poi si fa un passo indietro, astenendosi dall'avanzare nel pericolo.
È anche ciò che abbiamo fatto nella fede. Sì, crediamo che l'immagine rende idea delle nostre scelte. Amiamo la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e nostra Madre, amiamo il Papa e il Vescovo, ma di fronte all'evidente confusione della vita cristiana intorno a noi, ci rifiutiamo di avanzare nell'ambiguità e nell'incertezza e domandiamo la grazia di restare nel cristianesimo sicuro. 

In fondo la nostra posizione è tutta qui. Per questo riteniamo, e abbiamo sempre ritenuto, di non essere nella disobbedienza. Saremmo nella disobbedienza se inventassimo un “altro cristianesimo”, se ci inventassimo “una nostra messa”, una “nostra pastorale”, un “nostro catechismo”, se riconoscessimo degli “altri superiori” fuori da quelli che la Chiesa ci ha dato nel Papa e nel Vescovo.

La malattia più diffusa: la falsità

In un mondo dove apparire è più comodo di essere, non rimane poi così difficile stilare una diagnosi sullo stato di salute della società in cui viviamo: il mondo è affetto da falsità. Questa malattia è detestabile: guasta le amicizie, rovina i rapporti rendendoli impossibili perché basati sull'ipocrisia che soppianta la lealtà e la trasparenza... e fa soffrire.
La falsità è un mostro con più teste: talvolta si agisce per compiacere gli altri per secondi fini, talaltra si dicono cose che non si pensano per cinico opportunismo, oppure ci si finge amici salvo poi dare libero sfogo alle critiche rivolte a chi non si lascia condizionare, per appagare un incomprensibile risentimento.

Sicché, si crede di essere furbi e persino intelligenti seguendo l'arte del “far buon viso a cattivo gioco”, si pensa di dar prova di maturità celando i propri pensieri, magari si ha persino la pretesa di essere dei buoni cattolici predicando bene ma razzolando male (dissimulare sentimenti malevoli sotto una veste di devozione religiosa: un modo di essere quanto mai attuale)... della coerenza, del resto, chi ne sente più parlare?

Perle agostiniane

S. Agostino nel suo Commento alla prima Epistola di San Giovanni (steso mentre predicava ai suoi fedeli d’Ippona nella settimana santa del 413), con il suo spirito finemente ironico (“castigat ridendo mores”/scherzando e ridendo dice la verità), fa alcuni paragoni che non possono lasciarci indifferenti poiché: 1°) se da una parte sono scherzosi, divertenti e ameni, 2°) dall’atra sono anche seri, profondi e severi.
Infatti la giustizia e la misericordia, la gioia e la severità non si escludono ma si completano e si armonizzano come dice la S. Scrittura: “Justitia et Pax osculatae sunt”.

I porci e gli uomini - La prima perla agostiniana riguarda una considerazione che il Santo d’Ippona fa sul passaggio del Vangelo secondo Giovanni in cui Gesù permette che i demoni entrino in un’intera mandria di porci, che vanno a gettarsi in un dirupo e a morire con grave danno del loro proprietario. I diavoli chiedono al Redentore, che li aveva scacciati da un poveruomo posseduto da essi, di poter entrare nel corpo dei porci. I diavoli sono esauditi. Spesso i giusti che pregano, nota S. Agostino, non lo sono, invece i diavoli lo furono. Tuttavia non bisogna fermarsi alle apparenze. Infatti la volontà dei demoni si realizza per il loro castigo, mentre se il giusto non è esaudito è per il bene della sua anima. S. Paolo pregò tre volte Gesù di liberarlo dalla sua infermità, ma non fu esaudito “poiché la virtù si rafforza nelle infermità e nelle miserie”. Quindi non sempre il non essere esauditi è segno di non essere amati.

Per non fare la fine della rana bollita

Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. 
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.
La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa.
L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.

Note sull'attualità ecclesiastica

Mentre i politici basano il loro successo sugli annunci – mai mantenuti - di riduzione delle tasse, Papa Bergoglio ha puntato tutta la sua popolarità sulla «riduzione dei peccati”. Riduzione che dovrebbe articolarsi nella depenalizzazione di una serie di «peccati pubblici» (che potrebbero vedersi ammessi alla comunione), oltre che nella nuova ottica della «misericordia», che - come faceva notare Mons. Fellay - si traduce in un semplice sguardo di comprensione sul peccato che non prevede più la conversione. Non riteniamo di prolungarci su questo argomento, ma fa pensare l’idea che, come per la riduzione delle tasse, la riduzione dei peccati non diventerà necessariamente una realtà.
Del resto allo stato attuale del dibattito, il bollino del Sinodo è perfino superfluo, perché il messaggio è già passato ampiamente. In primis perché, secondo la migliore teologia modernista, l’autorità non ha che da sancire un progresso dogmatico/morale avvenuto già da decenni nella coscienza del popolo di Dio (il quale, ci dimostra l’Irlanda, è già ben oltre il tema del Sinodo); in secundis perché nei fatti la comunione ai divorziati conviventi è prassi abituale nelle parrocchie di mezzo mondo, con il più o meno tacito consenso dei Vescovi stessi, o su iniziativa dei preti; in tertiis, perché ormai la Chiesa, come dice l’intenzione di preghiera della CEI per il mese di giugno, non deve fossilizzarsi su qualche principio morale e dottrinale ma andare al cuore del messaggio evangelico (che secondo la migliore tradizione hippy sembra riassumersi nel credere e fare ciò che si vuole: può sembrare una battuta, ma i discorsi di Papa Francesco e del clero spesso non vanno oltre questo livello, unico ritenuto comprensibile al tanto decantato uomo di oggi).

la Chiesa e l'anti-Chiesa

La sorprendente chiarezza apocalittica delle profezie del Venerabile Mons. Fulton J. Sheen.
Il Venerabile Arcivescovo disse nel 1950:
“Stiamo vivendo nei giorni dell’Apocalisse, gli ultimi giorni della nostra era … Le due grandi forze del Corpo Mistico di Cristo e del corpo mistico dell’Anticristo stanno cominciando ad elaborare le linee di battaglia per l’evento catastrofico”( The Thunder of Justice, by Flynn T&L, Maxkol Communications, Sterling, VA, 1993, p. 20).
Disse anche: “Il FALSO PROFETA avrà una RELIGIONE SENZA CROCE. Una religione SENZA UN MONDO CHE VERRÀ. Una religione PER DISTRUGGERE LE RELIGIONI. Sarà UNA CHIESA FALSA. La Chiesa di Dio (la Chiesa Cattolica) è Una, mentre IL FALSO PROFETA NE CREERÀ UN’ALTRA. LA CHIESA FALSA SARÀ MONDANA, ECUMENICA E GLOBALE.

Se tocchi la Messa crolla il papato

Gran parte del cattolicesimo cosiddetto “conservatore” sta commettendo un errore gravissimo: per salvare ciò che resta della presenza cattolica nel mondo, per rendere più forte la missione della Chiesa nella società secolarizzata, per tentare un sussulto di orgoglio cattolico di fronte alla stanchezza dilagante di molti settori ecclesiali, sta puntando tutto sul Papa. Inoltre gestisce questa attenzione sul Papa esattamente come fanno giornali, televisione e siti internet, che esaltano la figura umana del pontefice sottolineando con orgoglio l'attenzione popolare sulla sua persona. Si comportano esattamente come fa il mondo senza fede o non preoccupato della fede, che parla dei raduni oceanici intorno al vicario di Cristo, dei suoi gesti eclatanti, delle scelte controcorrente che sembra fare.
No, non è dal Papa che occorre partire, per salvare la vita cattolica tra di noi, non è proprio dal Papa, bensì dalla Santa Messa, dalla Santa Eucarestia.

Il culto dell'euro e la distruzione dell'uomo

La proposta di una super-tassa europea è stata accolta favorevolmente dal governo italiano, come del resto era prevedibile. L’idea viene dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, in accordo con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel del 25 luglio, una task force guidata dall’ex premier italiano Mario Monti sarebbe già al lavoro per introdurre al più presto l’eurotassa.
Il fine della super-imposta europea non è solo quello di raccogliere un “tesoretto” per affrontare le situazioni di emergenze tipo Grecia, ma soprattutto di fare un passo avanti verso quella politica fiscale comune europea, che costituisce la mèta agognata dei potentati finanziari e politici internazionali, vale a dire il definitivo affossamento dell’indipendenza delle nazioni europee, già espropriate della loro sovranità monetaria.

Il tradizionalista ingenuo

Un pericoloso adattamento alla mentalità contemporanea per uscire dal ghetto - Alcuni cattolici legati alla Tradizione per “uscire dal ghetto” in cui la Modernità li ha posti stanno accettando (inavvertitamente, pian piano e praticamente) se non le idee almeno il modo di agire dei modernizzanti. Assistiamo, in breve, ad un trasbordo teologico inavvertito verso il modernismo.
A molti di costoro non può negarsi l’amore per la Chiesa, ma l’intenzione di trovare una via di adattamento alle circostanze dei tristissimi tempi odierni rispecchia 1°) quella del delicatus miles, che vuol vincere senza combattere a causa dell’horror difficultatis e del labor certaminis, o 2°) quella dell’ ingenuo, che accetta una insidiosa “mano tesa”, senza rendersi conto che quella mano lo trarrà poi a passare il Rubicone verso l’errore e l’ingiustizia (card. Alfredo Ottaviani, Doveri dello Stato verso la Chiesa, Roma, 1952).

Lo sfascio italiano

Mai come in questi tempi moderni si è assistito alla celebrazione dello sfascio, della decadenza, della menzogna, dell’inganno e della contraddizione che una societa’ secolarizzata come il moderno Occidente ha istituzionalizzato come dogmi infallibili giustificati dalla presunta pseudo-democrazia offerta come salvezza e medicina rispetto ai mali del mondo antico, quindi Cristiano e quindi Cattolico della Chiesa Apostolica Romana ed il suo potere temporale .

L’Italia era il centro culturale, scientifico ed artistico del mondo, e ciò che ora noi ammiriamo è il risultato di quell’80% del patrimonio mondiale detenuto da questa piccola penisola, un patrimonio che deriva da millenni di storia e sopratutto di religione e se vogliamo ammirare le bellezze italiche, oltre a ciò che rimane come rovina, dell’Impero Romano, dobbiamo ammirare sopratutto la bellezza creata nel Medioevo ossia i paesini medioevali, le cattedrali, i quadri, l’architettura.

Quas Primas

La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste; quindi la si sottomise al potere civile e fu lasciata quasi all'arbitrio dei principi e dei magistrati. Si andò più innanzi ancora: vi furono di quelli che pensarono di sostituire alla religione di Cristo un certo sentimento religioso naturale. Né mancarono Stati i quali opinarono di poter fare a meno di Dio, riposero la loro religione nell'irreligione e nel disprezzo di Dio stesso.

Gli utili idioti


La dittatura omosessista che ha assunto forma totalitaria ha i suoi potenti alleati esterni. Ma paradossalmente non sono né i conduttori televisivi né i giornali di regime né gli allegri frequentatori di allegre sagre estive, che fannoparte dell’apparato e se ne giovano direttamente.
Si tratta di quanti dicono di appartenere, sempre con rispetto, ci mancherebbe, alla resistenza, ma stanno portando tutta l’acqua necessaria al mulino degli avversari veri o presunti. E basta riflettere sulle finalità e sui contenuti di questo inedito e sconcertante sistema dittatoriale, sui fattori che l’hanno portato a maturazione e ripercorrere le tappe di questa inusuale carriera, per rendersi conto che la strada imboccata dai volontari della resistenza va esattamente nella direzione voluta e probabilmente già tratteggiata dai generali “nemici”.

Dalla Chiesa lassista alla Chiesa agnostica

Un Dio che non chiede più nulla agli uomini è come se non esistesse. Questo è l'esito tragico di una Chiesa post-conciliare, che sposando una visione mondana della misericordia giunge ad un agnosticismo pratico. Sì, perché se è vero che c'è un ateismo pratico, quello di chi vive come se Dio non esistesse, pur non negando in modo esplicito la sua esistenza, c'è pure un agnosticismo pratico, quello di chi parla di un Dio che resta sconosciuto, che non parla con chiarezza agli uomini, da cui l'uomo trae quello che vuole a seconda delle occasioni, un Dio che, in fondo, è qui solo per valorizzarti, senza chiederti molto.

Sembra essere proprio questa la situazione di gran parte del cattolicesimo odierno, quello vissuto concretamente dalla maggioranza dei battezzati.

L'omosessualità è contro l'ordine naturale

Secondo la legge naturale e quella soprannaturale i fini della sessualità umana sono due: procreativo e unitivo. Va da sé che il fine procreativo nell’ambito dell’omosessualità non può essere raggiunto. Già questo ci fa capire quanto la pratica omosessuale si collochi fuori dell’ordine naturale.

Il corpo è parte integrante della persona umana

Ma c’è anche un altro punto da tenere in considerazione. Mi riferisco al fatto che l’uomo non è solo il suo spirito (cioè la sua anima) ma anche il suo corpo. Il corpo non è qualcosa di aggiuntivo, per cui se c’è o non c’è va ugualmente bene; è parte integrante della persona umana. Se l’anima è “forma organica” del corpo, vuol dire che questo (il corpo) è costitutivo della persona umana. L’anima sta al corpo come la forma sta alla materia.
Ora – nessuno lo può negare – il corpo è sessuato. Il corpo è maschile e femminile; ed è maschile e femminile per dato di natura, non per scelta. Se è vero che la psiche influenza il corpo e pur vero il contrario, cioè che il corpo influenza la psiche. Infatti, la differenza tra uomo e donna non è solo corporea, ma prima di tutto psicologica. L’uomo è uomo in tutto se stesso. La donna è donna in tutta se stessa.
Questa premessa è importante per capire quanto la sessualità umana non sia riducibile a una “scelta”, bensì è un’espressione di elementi che la precedono e che si offrono come dati di fatto che l’uomo naturalmente deve riconoscere e di cui non può disporre secondo una sua capricciosa volontà.

Putin e il mondo alla rovescia

Viviamo giorni terribili: non solo per quanto riguarda la distruzione economica degli italiani, delle loro famiglie e della loro produttività; non solo per quanto riguarda il disastro di ciò che rimane della fallimentare Repubblica Italiana fondata sulla mancanza di lavoro, sulla partitocrazia e sulla corruzione; quanto anzitutto dal punto di vista morale, della morale collettiva nazionale e internazionale.

Non può più sfuggire a nessuno ormai il fatto che da anni – ma negli ultimi mesi con un crescendo impressionante – sta progressivamente imponendosi, anche negli ambienti dove meno questo dovrebbe accadere, una cultura “gay-friendly” per usare un eufemismo ormai fuori luogo, in quanto trattasi di vero e proprio totalitarismo omosessualista. Ovunque, in ogni parte dell’Occidente, ormai, il salto di qualità è devastante: i giorni in cui ci scandalizzavamo del “gay-pride” sono lontani: oggi gli omosessualisti hanno raggiunto ben altri obbiettivi, con i loro “innocui” gay-pride, “giustificati” anche in ambienti cattolici e di destra come ragazzate pittoresche, con le quali intanto hanno ottenuto quasi ovunque i “diritti civili” del “matrimonio” con relativo affidamento di bambini. Non basta: chi protesta è picchiato dalla polizia o perseguito legalmente all’estero, e anche in Italia come sappiamo il progetto è quello della persecuzione legale istituzionalizzata.

Finché c'è ancora tempo

Che cosa possiamo fare, fratelli, se non cambiare vita, finché c'è tempo, e correggere le nostre azioni se fossero cattive? Questo affinché ciò che senza alcun dubbio si avvererà per i peccatori, non ci trovi in mezzo a coloro a cui toccherà: non perché non ci saremo, ma perché non ci troverà come coloro per i quali è stato predetto che si avvererà. 
Perciò il giudice minaccia di venire, per non trovare chi debba punire quando verrà. Così i profeti: cantano tali cose, per farci correggere. Se Dio volesse condannarci, tacerebbe. Nessuno che voglia colpire dice: "Sta' attento!". Tutto ciò che abbiamo ascoltato, fratelli, tramite le Scritture, è la voce di Dio che dice: "Sta' attento!".
E tutto ciò che soffriamo, le tribolazioni di questa vita, è castigo di Dio che vuol correggerci, per non condannarci alla fine. Sono aspre, penose, spaventano a raccontarle, le molto gravi sofferenze che ciascuno deve sopportare in questa vita; paragonate però al fuoco eterno sono non dico piccole, ma nulle.

Solovev: un profeta inascoltato


Vladimir Sergeevic Solovev è morto il 31 luglio (13 agosto, secondo il nostro calendario gregoriano) dell’anno 1900.
E’ morto sul limitare del secolo XX: un secolo del quale egli, con singolare acutezza, aveva preannunciato le vicissitudini e i guai; un secolo che avrebbe però tragicamente contraddetto nei fatti e nelle ideologie dominanti i suoi più rilevanti e più originali insegnamenti. E’ stato dunque, il suo, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato.
Al tempo del grande filosofo russo, la mentalità più diffusa prevedeva per l’umanità del secolo che stava per cominciare un avvenire sereno: sotto la guida e l’ispirazione della nuova religione del progresso e della solidarietà senza motivazioni trascendenti, i popoli avrebbero conosciuto un’epoca di prosperità, di pace, di giustizia, di sicurezza. Nel ballo Excelsior - una coreografia che negli ultimi anni del secolo XIX aveva avuto uno straordinario successo (e avrebbe poi dato il nome a una serie innumerevoli di teatri, di alberghi, di cinema) - questa nuova religione aveva trovato quasi una sua liturgia.
Solovev invece non si lascia incantare da quel candore laicistico e anzi preannunzia con preveggente lucidità tutti i malanni che poi si sono avverati.

La deriva della società e le sue conseguenze

Due rischi prevedibili e forse inevitabili. Un primo: passare per un profeta di sventura che annota soltanto gli aspetti negativi della situazione culturale e civile del paese in cui si vive, mentre il cliché usuale - quasi imposto - degli interventi anche ecclesiali è spesso quello delle ombre e luci, della decadenza con spunti di rinnovamento, del declino con annunci di alba di un mondo nuovo eccetera; quand´anche non si inforcano gli occhiali rosa per rimirare tutto puro e perfetto al punto che ci si domanda che cosa rimanga ancora da fare oltre il contemplare e il compiacersi. E si scambia la speranza con l´ottimismo che è emotività, umore, e non virtù cristiana come la speranza. Tanto vale dire le cose come si vedono e chiedere al Signore di delinearci le responsabilità a cui siamo chiamati, e di soccorrerci perché le attuiamo. Questo è il secondo rischio: di passare per illusi che pretendano si governi con i paternoster, per dirla con Machiavelli.

Può essere liberalizzata la coscienza?

La coscienza è uno strumento della persona umana. Certo, la persona umana è grande. Alla dimensione terrena si è aggiunta la dimensione della grazia e della destinazione alla «gloria» coll’ordine soprannaturale. Nel Credo si dice: «propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis». La persona ha la autonomia, la libertà. Di grave c’è che alla «persona» ed alla sua libertà vanno sempre unite, per una ragione ontologica inevitabile, due altri concetti: la legge e la sanzione. La persona è libera, ma è moralmente astretta sempre alla osservanza della legge e, se non l’osserva, va soggetta alla sanzione. Sicché la persona è grande, ma è sotto il dominio di Dio che l’ha creata; e se, male usando della sua libertà, offende la legge di Dio o qualunque legge innervata in un modo o nell’altro dalla legge divina, deve aspettarsi la sanzione. È più piccola di Dio, è creata da Dio e, pertanto, né è infinita né può impunemente sottrarsi alla Sua volontà.

Pensare bene e agire bene

Sia lodato Gesù Cristo! Come al principio del tempo pasquale la liturgia della V Domenica dopo Pasqua è di festa e di gioia: la Chiesa non si stanca di celebrare il giubilo della resurrezione del Signore, le grazie della redenzione che sono state riversate nei nostri cuori e che fecondano la nostra vita. Ma la debolezza che il peccato originale ha impresso alla natura umana, tuttavia, inclina a svicolare da ciò che di meglio siamo e abbiamo, a lasciare la via della Grazia per tornare a quella della lontananza, della latitanza e della deresponsabilizzazione. Perciò, nella Colletta abbiamo invocato la Grazia divina dispensatrice di ogni bene, giacché i nostri pensieri e le nostre azioni per essere buoni devono venire da Dio. Abbiamo chiesto due grazie: quella di pensare bene e quella di agire bene, di pensare rettamente e di conformare la nostra condotta all’ideale indicato. Il duplice invito allo sforzo personale e alla preghiera stabilisce in noi l’equilibrio dell’ascesi cristiana.

Il tramonto della ragione

Per respingere un attacco portato proprio alla ragione prima ancora che alla morale, in tempi normali sarebbe bastato il buon senso comune. Tuttavia non viviamo tempi normali e di fronte alla manipolazione mediatica incessante è diventato difficile attivare anche questo strumento elementare e alla portata di tutti. Così i movimenti omosessualisti hanno potuto realizzare l’impresa impossibile di capovolgere un fenomeno contro natura, da sempre ritenuto moralmente negativo, in una realtà degna addirittura di tutela giuridica, e l’operazione è riuscita attraverso l’inganno delle parole, l’arma perfetta nel mondo della approssimazione e del torpore delle idee.

Lo scandalo degli scandali nella Chiesa occupata da Giuda

Più passa il tempo e più appare sempre più chiaramente in questa società alla deriva il disegno satanico che si sta concretizzando in tutta la sua ferocia: la creazione di un mondo non solo senza Dio ma persino contro Dio...
La massoneria, insinuata dappertutto (finanche nella Chiesa) ed oggi all'opera più che mai, non è che uno strumento demoniaco per consegnare anime al Nemico destinandole alla perdizione eterna dell'inferno. Si sente un brivido strisciare lungo la schiena perché non stiamo rievocando un brutto sogno ma si tratta di ciò che sta accadendo nella realtà, vera e concreta.
Si tratta di un progetto studiato nei minimi dettagli che ha trovato le condizioni migliori per la sua propagazione una volta entrata la corruzione nella Chiesa, sconquassando l'unica e vera Istituzione in grado di essere catechon, potere che frena il male.

La contro-Chiesa dell'Anticristo

Satana creerà una contro-Chiesa che è la scimmia della Chiesa, perché lui, il Diavolo, è la scimmia di Dio.

Avrà tutte le note e le caratteristiche della Chiesa, ma in senso inverso e svuotata del suo contenuto divino fosse un corpo mistico dell’Anticristo che sarà in tutte le apparizioni che assomigliano al corpo mistico di Cristo…

Poi sarà verificato un paradosso: le tante accuse che gli uomini del secolo scorso hanno respinto nella Chiesa, sono le ragioni per cui accettano l’anti-chiesa.

(Venerabile Mons. FULTON SHEEN 1895–1979)

Caratteristica della nuova (e falsa) chiesa: la religione dell'uomo

O per la difficoltà dell'impresa, oppure per una concessione allo spirito del tempo, il fatto è che, nell'esecuzione del piano tracciato dal Concilio, in molti ambienti ecclesiastici lo sforzo di adattamento (della dottrina della fede alla sua forma espositiva - ndr) è andato oltre la semplice espressione più adeguata alla mentalità contemporanea. Ha toccato la sostanza stessa della Rivelazione. Non si mira a una esposizione della verità rivelata, in termini tali che gli uomini la comprendano facilmente; si tenta, più propriamente, per mezzo di un linguaggio ambiguo e ricercato, di presentare una nuova Chiesa, consona ai gusti dell'uomo formato secondo le massime del mondo di oggi. 
Così si diffonde, più o meno ovunque, l'idea che la Chiesa deve passare attraverso un mutamento radicale, nella sua morale, nella sua liturgia, e anche nella sua dottrina. 
Negli scritti, come nella prassi, comparsi in ambienti cattolici dopo il Concilio, si inculca la tesi che la Chiesa tradizionale, come esisteva fino al Vaticano II, non è più all'altezza dei tempi moderni. Di conseguenza, deve trasformarsi totalmente. E una osservazione rapida su quanto succede in ambienti cattolici porta alla convinzione che davvero, DOPO IL CONCILIO, ESISTE UNA NUOVA CHIESA, essenzialmente distinta da quella conosciuta, prima del grande sinodo, come l'unica Chiesa di Cristo. 
Infatti, si esalta, come principio assoluto e intangibile, la dignità umana, ai cui diritti si sottomettono la verità e il bene. Questa concezione inaugura la religione dell'uomo; e fa dimenticare l’austerità cristiana e la beatitudine celeste. 

Ho sognato. Ma ero sveglio

Ho sognato un mondo dove l’Europa era tornata ad essere la tribuna dalla quale brillava su tutti i popoli la luce della Cristianità e della civiltà umana;

Ho sognato per questo che non esisteva più l’Unione Europea, moloch per tutti gli europei e a sua volta serva di forze mondialiste e dissolutrici;

Ho sognato che al suo posto v’era una libera confederazione degli Stati europei, a loro volta costituiti non sul centralismo burocratico e fiscale ma su una confederazione delle realtà etniche e politiche territoriali;

Anzi, visto che stavo sognando, ho sognato “pesante”, e ho sognato che era risorto il Sacro Romano Impero, come unione libera degli Stati e delle regioni e delle realtà territoriali e cittadine d’Europa uniti sotto lo scettro della dinastia cattolica discendente di Carlo Magno;

Ho sognato poi che non v’era più la Banca Centrale Europea, né alcuno dei potentati bancari che oggi con lo strumento della finanza internazionale soffocano la libertà delle persone, l’autonomia dei governi, l’economia delle famiglie e impongono la dissoluzione politica, economica e morale;