Finché c'è ancora tempo

Che cosa possiamo fare, fratelli, se non cambiare vita, finché c'è tempo, e correggere le nostre azioni se fossero cattive? Questo affinché ciò che senza alcun dubbio si avvererà per i peccatori, non ci trovi in mezzo a coloro a cui toccherà: non perché non ci saremo, ma perché non ci troverà come coloro per i quali è stato predetto che si avvererà. 
Perciò il giudice minaccia di venire, per non trovare chi debba punire quando verrà. Così i profeti: cantano tali cose, per farci correggere. Se Dio volesse condannarci, tacerebbe. Nessuno che voglia colpire dice: "Sta' attento!". Tutto ciò che abbiamo ascoltato, fratelli, tramite le Scritture, è la voce di Dio che dice: "Sta' attento!".
E tutto ciò che soffriamo, le tribolazioni di questa vita, è castigo di Dio che vuol correggerci, per non condannarci alla fine. Sono aspre, penose, spaventano a raccontarle, le molto gravi sofferenze che ciascuno deve sopportare in questa vita; paragonate però al fuoco eterno sono non dico piccole, ma nulle.
Sia che veniamo castigati noi, sia che altri vengano castigati, è per nostro ammonimento. Tutte le pene, fratelli, che in questa vita ci vengono inflitte dal Signore, sono per ammonirci e per stimolarci a correggerci. 
Verrà il fuoco eterno, riguardo al quale così verrà detto a coloro che saranno posti alla sinistra: Andate nel fuoco eterno, che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Allora sì che si pentiranno! È scritto infatti in un certo libro della Sapienza: Si diranno, disingannati e gementi per angustia di spirito: Che cosa ci giovò la superbia? Che utilità ci ha dato l'arroganza delle ricchezze? Tutte queste cose sono passate come ombra. Ci sarà pentimento, ma inutile; ci sarà pentimento, ma apporterà solo dolore, non rimedio. 
Ora il pentimento è fruttuoso, in quanto la correzione è lasciata alla nostra libertà. Pentiti alla voce della Scrittura. Se ti pentirai quando il giudice sarà venuto, il tuo pentimento sarà inutile. Allora il giudice non farà altro che emettere la sentenza. E non avrai motivo di recriminare, quando emetterà la sentenza. Non ha taciuto infatti prima della sentenza. Non te l'ha differita, se non per darti la possibilità di correggerti, come quando permise al ladrone che pendeva sulla croce di convertirsi. 
Il ladrone, appeso alla croce insieme al Signore, credette in Cristo mentre i discepoli di lui avevano vacillato. I Giudei si beffarono di lui che aveva risuscitato i morti, il ladrone non si beffò di lui mentre pendeva con lui sulla croce. 
Non c'è dunque ragione di dire, alla fine, al Signore: "Non mi hai permesso di vivere bene", o: "Non mi hai dato una proroga per pentirmi", o: "Non mi hai indicato che cosa dovevo ricercare e che cosa dovevo evitare". Vedete bene che non tace, che differisce il tempo, che invita, che esorta, che minaccia. Ha posto la sua parola in alto. Nell'universo intero viene predicata a tutto il genere umano. Non c'è nessuno che possa dire: "Non la conosco, non l'ho sentita mai". Si compie quanto è stato detto nel salmo: Nessuno può sfuggire al suo calore. Ora il suo calore è la sua parola. Convertiti ora al suo calore e non ti scioglierai come cera davanti al suo fuoco. 
SANT'AGOSTINO