"Credo che non dobbiamo stupirci, l'Europa non è in guerra da oggi. Già la Fallaci e Bat Ye'or, l'inventore del termine Eurabia, avevano preannunciato tutto questo. La minaccia dell'Isis su Roma, Londra e Washington è reale più che mai". Roberto De Mattei, storico e cattolico integralista, commenta così i tragici fatti di Parigi.
Siamo di fronte a una nuova guerra religiosa innescata dal fondamentalismo islamico?
Si tratta di una guerra politico-religiosa in quanto l'islam, diversamente dal cristianesimo, non distingue tra religione e politica. Noi dobbiamo difenderci sia sul piano politico sia sul piano religioso, rivendicando la nostra identità culturale cristiana.
È quindi sbagliato cercare un dialogo con l'islam?
Personalmente sono in disaccordo con chi dice che dobbiamo costruire punti anziché erigere muri, come ha fatto l'arcivescovo di Torino. Una fortezza assediata si difende soltanto sollevando il ponte levatoio e non abbassandolo. Dobbiamo creare una contrapposizione morale e culturale nei confronti dell'Islam.
Una posizione che non collima proprio con l'idea di accoglienza di Papa Francesco...
Le posizioni del Papa rischiano oggettivamente di creare confusione. Gli inviti ad accogliere chi vuole la nostra morte seminano incertezza e destabilizzano il mondo cattolico.
Si deve aver paura di fare il Giubileo?
Sicuramente il Giubileo vedrà un grande afflusso di pellegrini che renderà Roma più vulnerabile ma alla paura si risponde con atti di coraggio. La Chiesa deve avere il coraggio di chiamare le cose col proprio nome e dire chiaramente che il pericolo non è il fondamentalismo ma l'islam e deve affermare la superiorità morale, religiosa e culturale del cristianesimo.
Siamo di fronte a una nuova guerra religiosa innescata dal fondamentalismo islamico?
Si tratta di una guerra politico-religiosa in quanto l'islam, diversamente dal cristianesimo, non distingue tra religione e politica. Noi dobbiamo difenderci sia sul piano politico sia sul piano religioso, rivendicando la nostra identità culturale cristiana.
È quindi sbagliato cercare un dialogo con l'islam?
Personalmente sono in disaccordo con chi dice che dobbiamo costruire punti anziché erigere muri, come ha fatto l'arcivescovo di Torino. Una fortezza assediata si difende soltanto sollevando il ponte levatoio e non abbassandolo. Dobbiamo creare una contrapposizione morale e culturale nei confronti dell'Islam.
Una posizione che non collima proprio con l'idea di accoglienza di Papa Francesco...
Le posizioni del Papa rischiano oggettivamente di creare confusione. Gli inviti ad accogliere chi vuole la nostra morte seminano incertezza e destabilizzano il mondo cattolico.
Si deve aver paura di fare il Giubileo?
Sicuramente il Giubileo vedrà un grande afflusso di pellegrini che renderà Roma più vulnerabile ma alla paura si risponde con atti di coraggio. La Chiesa deve avere il coraggio di chiamare le cose col proprio nome e dire chiaramente che il pericolo non è il fondamentalismo ma l'islam e deve affermare la superiorità morale, religiosa e culturale del cristianesimo.
(ilgiornale.it)