Vladìmir Vladimirovich Putin: la sua vita per capire il suo modus operandi e il suo pensiero

Le recenti vicende belliche in Crimea e in Ucraina (gennaio/settembre 2014) ci fanno toccar con mano ciò che sino a ieri poteva apparire, agli occhi dei più, soltanto una probabilità. Il Nuovo Ordine Mondiale vuole distruggere Putin e la Russia putiniana, poiché stanno giocando il ruolo del katéchon, ossia “l’ostacolo che trattiene” (San Paolo) le forze della Sovversione mondialista e globalizzatrice (Israele, Usa e l’Arabia Saudita wahabita). Se non ci fosse stato Putin, gli Usa avrebbero fatto fare alla Siria la stessa fine che hanno fatto fare all’Iraq. L’ostacolo che ha fermato l’invasione della Siria, poi dell’Iran e infine della Russia è stato Putin. Questo è un fatto e “contro il fatto non vale l’argomento”.

Putin è diventato oramai per i mass media finanziati dalla “contro-chiesa” il neo-Hitler, il neo-Saddam, il neo-Gheddafi o il neo-Assad da eliminare. Si inizia con la manipolazione del pensiero (Putin viene già dato per impazzito) a mezzo stampa, televisione e radio per terminare con una condanna capitale pubblica ed esemplare (come è successo per Saddam e Gheddafi), una sorta di “Norimberga 1946/permanente” che non passa e non deve passare proprio come la shoah.


L’Europa e l’Italia del XX secolo, schiave degli Usa già a partire dalla prima e soprattutto dalla seconda guerra mondiale son divenute una mera base logistica di atterraggio e di lancio per gli aerei degli Stati Uniti d’America e d’Israele (che anch’esso, da qualche anno, ha una parte della sua flotta aerea stanziata in Sardegna). L’Unione Europea del XXI secolo è geo-politicamente e finanziariamente un’appendice del nord America, anzi un’appendicite infiammata e oramai purulenta prossima alla peritonite.

Inoltre la politica dell’UE nei confronti della Russia, come è successo con l’Iran e la Libia, è auto-lesionistica per l’economia della Vecchia Europa. Infatti l’embargo decretato dagli Usa e dall’UE contro la Russia ha delle ripercussioni molto gravi sull’economia europea già in semi-fallimento conclamato a partire dal 2010.

L’alleato naturale (fisico, storico, culturale e geografico) dell’Europa non dovrebbero essere forse proprio le Nazioni limitrofe dell’est europeo e del Mediterraneo: Russia occidentale o europea (non forzatamente quella asiatica), Siria e Libia?

L’Atlantico non è forse uno spazio troppo vasto (rispetto al Mediterraneo e all’Europa dell’est) per poter essere valicato facilmente e rifornire, ad esempio, l’Europa occidentale di gas, che la Russia non ci darà più e che gli jiadhisti di Daesh (ISIS-ISIL…) hanno, recentemente, quasi interamente bruciato in Libia dopo la scomparsa (decretata dagli Usa del Presidente Obama ed eseguita dalla Francia del Presidente Sarkozy) di Gheddafi?

Eppure l’UE si è schierata, suicidariamente, contro i suoi vicini di terra e di mare, con i quali commerciava (importando ed esportando) e con i quali non potrà più far affari proprio nel momento del suo maggior bisogno.

I politici europei (marionette nelle mani dell’Alta Finanza e dei Club o Think-Tank mondialisti israelo/americani) fanno finta che il re sia vestito (ossia, che l’Europa e l’Italia stiano in piena “salute”, v. Matteo Renzi), mentre invece “il re è nudo” (v. Christian Andersen). In realtà occorre svegliarsi e unire le nostre forze in vista di arrestare il “trasbordo ideologico/finanziario inavvertito” verso la plutocrazia israeliano/americana e capire se non ci conviene stare con Putin piuttosto che con Washington, Tel Aviv o “Bruxelles”.

Per capire meglio la questione è utile conoscere la vita e il pensiero di Vladìmir Putin. A questo proposito ci è utile un bel libro, ben documentato, appena uscito preso l’editoreMondadori di Milano, intitolato “Putin. Vita di uno zar“, scritto da Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del TG 1 e collaboratore del Sole 24 ore. Mi baso su di esso per porgere al lettore i tratti essenziali della personalità di Vladìmir Putin. 
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