Erano e sono dei rivoluzionari

Francesco Lamendola su liberaopinione.net scrive una riflessione davvero interessante e centra il problema: obiettivo dei modernisti è la rimozione del passato. 
p.Elia

I modernisti non sono dei miti cattolici desiderosi “soltanto” di aggiornare le forme e il linguaggio della religione e della Chiesa cattolica, per renderli più facilmente accessibili alla mentalità degli uomini d’oggi. Tanto per cominciare, i modernisti non sono cattolici, sono anticattolici e nemici di Cristo e della Chiesa: non è acqua fresca l’enciclica Pascendi Dominci gregis, del 1907, con la quale, centodieci anni fa san Pio X denunciava la loro eresia, la malvagità dei loro intenti e comminava per essi la pena della scomunica. La Chiesa non è solita scherzare su simili cose; il magistero non è un modo di passar e il tempo: se il modernismo è stato definito “la sintesi di tutte le eresie” e se Pio X ha adottato severissime misure per bloccarlo e per sconfiggerlo, compresa l’introduzione di un apposito giuramento antimodernista per i giovani sacerdoti, qualche motivo ci sarà stato. Qui bisogna avere il coraggio di ammettere che i casi sono due: o san Pio X esagerava, vedeva nemici dappertutto, farneticava, dava i numeri; oppure aveva visto giusto. Se aveva visto giusto, il pericolo era estremo, e lo era già allora; oggi è ulteriormente ingigantito, dato che il modernismo, pur senza adottare questo nome, non soltanto si è infiltrato pressoché ovunque nella Chiesa, ma, addirittura, sta dando alla cittadella l’assalto finale, e pare – umanamente parlando, e perciò, per fortuna, impropriamente parlando – assai vicino al raggiungere la meta agognata di tutti i suoi sforzi: conquistare il vertice della gerarchia per poter procedere alla demolizione sistematica della Chiesa e della stessa religione cattolica.

Eresie moderne: Il diavolo "veste" Padre Sosa

Tanto di cappello e gratidtudine a Mons.Antonio Livi per la sua chiarezza e per il suo coraggio. Parlare chiaro è cattolico!... e a proposito di padre Sosa, un periodo di forzata preghiera e riflessione in un eremo sperduto da qualche parte chissà che non gli risulti salutare.
Riporto ampi stralci dell'articolo pubblicato da lanuovabq.it (sottolineature mie).
p.Elia
 
Le sciocchezze dette recentemente da padre Sosa (nella foto, ndr) non sono più risibili di quelle dette da lui stesso qualche tempo addietro, e nemmeno sono più scandalose di quelle. Che il preposito generale dei gesuiti abbia tante idee (certamente) sbagliate in materia di fede assieme a qualche idea (probabilmente) sbagliata in materia di politica, non fa più scandalo perché ormai la dottrina della fede viene negata o rinnegata da (quasi) tutte le istanze che nella Chiesa dovrebbero averla a cuore: anzitutto i vescovi, con a capo il Papa, poi i teologi e le istituzioni teologiche di livello accademico, e infine gli strumenti della comunicazione sociale che furono creati da persone sollecite del bene comune ecclesiale e pertanto desiderose che l’informazione cattolica raggiungesse le masse portando dappertutto la verità del dogma e della morale, con le loro necessarie applicazioni ai problemi del mondo di oggi.

Insomma, quello che padre Sosa ha detto ultimamente sull’esistenza del demonio e su altri argomenti attinenti alla fede è scandaloso ma per nulla sorprendente, dati i tempi che corrono nella Chiesa: da quando è stato eletto come preposito generale dei gesuiti, Sosa è andato ripetendo i soliti discorsi che io sento fare da decenni e ai quali mi sono inutilmente opposto, non solo con interventi giornalistici (molti sulla Nuova Bussola Quotidiana) ma anche con analisi teologiche approfondite (è uscita da poco la terza edizione aggiornata del mio trattato su Vera e falsa teologia, edito dalla Leonardo da Vinci).