Una Chiesa che non riconosce il male non ha futuro

Riflessione di Agostino Nobile pubblicata sul blog chiesaepostconcilio.blogspot.it 
p.Elia 
 
Drammaturghi, romanzieri, cantastorie di sempre e di tutte le civiltà, anche i più sprovveduti, sapevano che per creare una storia credibile e accattivante sono necessari perlomeno due antagonisti che rappresentano il bene e il male, il bello e il brutto. Dalle favole di Esopo a W. Shakespeare, da Públio Virgílio a Harold Pinter, fino alle soap opera e ai film Matrix. Anche nei cartoni animati, a parte i Teletubbies, prodotto per i bambini di pochi mesi fino ai tre, quattro anni, la lotta tra il bene e il male è l'aspetto fondante dei racconti. Per citarne alcuni, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, Tom and Jerry, fino ai brutali ma simpatici Road Runner e Wile Coyote (Beep Beep e Vilcoyote). Togli uno di questi personaggi e crolla la narrazione, diventando una storia tediosa come una giornata grigia col raffreddore, passata a letto davanti alla TV. Più o meno quello che è diventato il cattolicesimo, lentamente e inesorabilmente, da cinquant'anni a questa parte. Oggi, la situazione è diventata paradossale: tutti assolti, da Maometto a Lutero, i veri nemici sono quei cattolici definiti fondamentalisti. Della serie, disturbo dissociativo dell'identità.

Ama tutti e perdona tutto. Questa è la frase che dovrebbe sintetizzare il Vangelo. Il messaggio della Chiesa non è più quello forte di Gesù Cristo, la lotta eterna dell'essere umano tra il bene e il male, ma quello del dialogo, dell'amore senza se e senza ma, del non giudicare, dell'accoglienza. In una parola, l'ideologia relativista. Cos'è rimasto del cattolico dopo cinquant'anni? Un fatalista, irrazionale e masochista.

La Fede abbandonata per commemorare l'eretico Lutero

Come tutti sanno Papa Bergoglio si recherà il 31 ottobre prossimo a Lund, in Svezia, per partecipare a una cerimonia congiunta luterano-cattolica di commemorazione dei 500 anni della Riforma protestante. Sul sito riscossacristiana.it il prof. Corrado Gnerre ha scritto alcune utilissime riflessioni sulla Riforma protestante e a queste rimando... E sia ben chiaro che commermorare un eretico è un atto di somma gravità, ovverosia uno SCANDALO! L'ennesimo della chiesa della misericodia bergogliana, frutto avvelenato del Concilio Vaticano II. 
p.Elia
 
Con il termine “Riforma” s’intende quella importante rivolta religiosa che diede vita al Protestantesimo. Rivolta che ebbe origine con Martin Lutero (1483-1546), il quale, nella notte del 31 ottobre del 1517, espose al pubblico 95 tesi con cui si scagliò contro la Chiesa cattolica.

Perché nacque la Riforma? Prima di tutto va negato ciò che solitamente si afferma e cioé che la Riforma sarebbe nata dalla cosiddetta “vendita delle indulgenze”. In quegli anni si costruiva la nuova Basilica di San Pietro e per finanziare i lavori si decise di raccogliere in tutta la cristianità offerte per lucrare indulgenze. In Germania l’operazione venne affidata ad un personaggio tutt’altro che edificante, Johan Tetzel. Ma attenzione: questo non fu il vero motivo della nascita della Riforma!

Un altro mito da sfatare è quello secondo cui Lutero avrebbe voluto solo “riformare” la Chiesa. Faccio un esempio per farmi capire. Se prendo un vaso prezioso molto impolverato, un conto sarebbe se mi limitassi a spolverarlo, facendolo tornare alla lucentezza originaria, altro se lo scagliassi a terra facendolo in mille pezzi e poi pretendessi di ricostruirlo a mio piacimento. “Riformare” significa tornare alla forma originaria (ri-formare); ebbene, Lutero non riformò ma distrusse tutto. Un solo esempio: su sette sacramenti ne conservò solo due: il Battesimo e l’Eucaristia (ma sarebbe meglio dire uno e mezzo, poi vedremo perché).

Ma a quale chiesa appartiene papa Bergoglio?

Su corrispondenzaromana.it un articolo del prof. Roberto de Mattei che analizza perfettamente gli ultimi avvenimenti (sconcertanti) della Chiesa di oggi.
p.Elia

Due ricorrenze si sovrappongono nel 2017: i 100 anni delle apparizioni di Fatima, avvenute tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, e i 500 anni della rivolta di Lutero, iniziata a Wittenberg, in Germania, il 31 ottobre 1517. Ma cadono il prossimo anno anche altri due anniversari, di cui meno si parla: i trecento anni della fondazione ufficiale della massoneria (Londra, 24 giugno 1717) e i cento anni della Rivoluzione russa del 26 ottobre 1917 (calendario giuliano in uso nell’Impero russo: 8 novembre secondo il calendario gregoriano).

Eppure tra la Rivoluzione protestante e quella comunista, passando per la Rivoluzione francese, figlia della massoneria, corre un indissolubile filo rosso che Pio XII, nel celebre discorso Nel contemplare del 12 ottobre 1952, ha riassunto in tre fasi storiche, corrispondenti al protestantesimo, all’illuminismo e all’ateismo marxista: «Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato».

L'insegnamento di un vero Papa: Pio XII

Il blog chiesaepostconcilio.blogspot.it ha riportato uno stralcio del Discorso agli uomini dell'Azione Cattolica tenuto da Papa Pio XII il 12 ottobre 1952. Parole che smascherano non solo una società allo sbando ma anche e soprattutto la maggior parte del clero di oggi (autorità vaticane comprese) che è venuto meno al suo dovere di pascere il gregge del Signore. Che la Madonna ci protegga da questi pastori che hanno venduto l'anima al mondo e al demonio.
p.Elia
 
Non chiedeteci qual è il "nemico", né quali vesti indossi.
Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo.
In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità nell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto
- la natura senza la grazia;
- la ragione senza la fede;
- la libertà senza la autorità; talvolta
- l'autorità senza la libertà.

È un "nemico" divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti:
- Cristo sì, Chiesa no. Poi:
- Dio sì, Cristo no.
Finalmente il grido empio:
- Dio è morto; anzi:
- Dio non è mai stato.

Tempo di ciechi condotti da furfanti

Da chiesaepostconcilio.blogspot.it riprendo un articolo scritto da Roberto Pecchioli sul sito di Maurizio Blondet. Una lucida riflessione...
p.Elia

Alcuni farisei, che erano con lui, udirono queste cose e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?» Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane. (Gv 9, 38-41)

Dio acceca coloro che vuole perdere, scrisse il profeta Isaia. Il nostro è un tempo di accecati e di creduloni, guidati da mascalzoni e briganti. Non occorre scomodare l’Altissimo o attribuirgli colpe che non ha : i ciechi siamo noi, che ci siamo lasciati cucire gli occhi ed abbiamo regalato il nostro cervello ad esigentissimi padroni. Ben più vera è l’osservazione di Gilbert K. Chesterton, per cui l’umanità, da quando non crede più in Dio, è disposta a credere a qualsiasi cosa. Tranne alla realtà, aggiungiamo noi.

Un sociologo francese, Marc Ferro, ha scritto un libro, L’aveuglement, L’accecamento, ovviamente non tradotto nella nostra lingua, nel quale dà una lettura della storia recente dell’Europa e dell’occidente come di una vicenda di cecità, incapacità o testarda volontà di non vedere. Con la benda sugli occhi, prestiamo fede ad una visione della realtà che ci esenta dall’assumere responsabilità, prendere posizione, un eterno film rosa il cui titolo potrebbe essere l’imbarazzante frase di certe bandiere arcobaleno: Lasciateci in pace. Passiamo la vita ad evitare, fuggire, dimenticare, scansare la verità, abolire i fatti, vivere nell’attimo, nascondere il passato quanto il futuro. No, l’ accecamento non è opera di un Dio dispettoso o malvagio, ma di un pugno di briganti al cui servizio sta una legione di servi. Uno scrittore contemporaneo americano, Chuck Palahniuk ha espresso tutto ciò in un breve brano del romanzo Cavie: “Stiamo crescendo in una generazione di schiavi. Stiamo insegnando ai nostri figli l’impotenza.”

Esiste un piano organizzato per destabilizzare l’Europa

Precisa disamina del prof. Roberto de Mattei pubblicata su corrispondenzaromana.it Da leggere.
p.Elia

Ormai anche i più riluttanti cominciano ad aprire gli occhi. Esiste un piano organizzato per destabilizzare l’Europa attraverso l’invasione migratoria. Questo progetto viene da lontano. Fin dagli anni Novanta [...] Il piano era, e resta, quello di distruggere gli Stati nazionali e le loro radici cristiane, non per costruire un Superstato, ma per creare un non-Stato, un orrido vuoto, in cui tutto ciò che ha la parvenza di vero, di buono, di giusto, venga inghiottito nell’abisso del caos
La postmodernità è questa: non un progetto di “costruzione”, come era stata la pseudo-civiltà nata dall’umanesimo e dall’illuminismo e poi sfociata nei totalitarismi del XX secolo, ma una nuova e diversa utopia: quella della decostruzione e della tribalizzazione dell’Europa. Il fine del processo rivoluzionario che da molti secoli aggredisce la nostra civiltà è il nichilismo; il “nulla armato”, secondo una felice espressione di mons. Jean-Joseph Gaume (1802-1879).
Gli anni sono passati e l’utopia del caos si è trasformato nell’ incubo che stiamo vivendo. Il progetto di disgregazione dell’Europa [...] è divenuto un fenomeno epocale. Chi denunciava questo progetto veniva definito “profeta di sventura”. Oggi sentiamo dirci che si tratta di un processo inarrestabile, che deve essere “governato”, ma non può essere frenato.

Le parole di Bergoglio e quelle di un Santo Papa

Chi sono io per giudicare un gay?...bene, cominciamo intanto col chiarire cos'è il peccato contro natura. San Pio V, il grande Papa domenicano, in due Costituzioni lo condannò solennemente e proibì severamente l’omosessualità. E papa Pio V era un Santo, giova ricordare!
p.Elia
 
Avendo noi rivolto il nostro animo a rimuovere tutto quanto può offendere in qualche modo la divina maestà, abbiamo stabilito di punire innanzitutto e senza indugi quelle cose che, sia con l’autorità delle Sacre Scritture che con gravissimi esempi, risultano essere spiacenti a Dio più di ogni altro e che lo spingono all’ira: ossia la trascuratezza del culto divino, la rovinosa simonia, il crimine della bestemmia e l’esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre, fame e pestilenze. (…) Sappiano i magistrati che, se anche dopo questa nostra Costituzione saranno negligenti nel punire questi delitti, ne saranno colpevoli al cospetto del giudizio divino, e incorreranno anche nella nostra indignazione. (…) Se qualcuno compirà quel nefando crimine contro natura, per colpa del quale l’ira divina piombò su figli dell’iniquità, verrà consegnato per punizione al braccio secolare, e se chierico, verrà sottoposto ad analoga pena dopo essere stato privato di ogni grado”. (San Pio V, Costituzione Cum primun, del 1° aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286).

Che strano...

Ripropongo un articolo comparso su radiospada.org scritto nel settembre scorso da Danilo Quinto, ex tesoriere dei Radicali. La sua vicenda è utile per capire come va (a rotoli) il mondo e con esso l'attuale clero cattolico (non tutto ovviamente, ma la sua maggior parte senza dubbio). A Danilo Quinto (daniloquinto.tumblr.com) il nostro sostegno nella preghiera. 
p.Elia
 
La notizia è di qualche giorno fa. Non so se interessa a qualcuno, ma ho deciso di renderla pubblica perché è giusto che sia così. Ringrazio chi mi consente di farlo.

Subirò un processo per diffamazione per aver scritto nel mio primo libro di oltre 4 (quattro!) anni fa, Da servo di Pannella a figlio libero di Dio, espressioni del tutto innocue, che chiunque può giudicare.

Non è il primo processo che subisco per una denuncia dei radicali. Ne fecero un’altra, subito dopo l’apertura della causa di lavoro nei loro confronti – che poi naturalmente persi, senza vedermi riconosciuti i miei diritti. In quell’occasione, fui condannato a 10 mesi, con pena sospesa e non menzione, per appropriazione indebita. L’accusa era quella di aver sottratto le somme dei miei stipendi, sulle quali ho pagato le tasse, rispetto alle quali chi le ha erogate non aveva mai fatto nessun rilievo negli anni in cui ero Tesoriere. I bilanci erano stato approvati dai congressi con le relazioni dei revisori dei conti. In giurisprudenza si chiama consenso dell’avente diritto. Affrontai il processo, chiedendo l’anticipo della discussione dell’appello, rinunciando di fatto alla prescrizione.