Clero conciliare/3

Da ascoltare la conferenza di Don Curzio Nitoglia dal tema "1968 e Concilio Vaticano II, due facce della stessa medaglia" che conclude l'argomento sul clero conciliare.
p.Elia

Clero conciliare/2

Riprendo l'articolo di Cesare Baronio apparso su opportuneimportune.blogspot.com dal titolo: Macellai -il filo rosso che lega sodomia ed eresia nella setta conciliare
p.Elia

Anni fa un confratello mi riferì un episodio sconcertante, secondo il quale un Officiale di Curia notoriamente omosessuale era stato sottoposto a degli esorcismi perché aveva preso l'abitudine, durante i suoi immondi festini, di bestemmiare il nome di Dio, cosa che aveva dato luogo a fenomeni di possessione diabolica. L'empio monsignore morì di lì a poco di un male incurabile, compianto dai suoi sodali. A quell'epoca le checche del Vaticano si muovevano ancora con prudenza, non perché non fossero numerose, ma perché vigeva quel tacito accordo che nell'esercito americano è compendiato dall'adagio Don't ask, don't tell, ossia Non chiedere, non dire. Anche se poi in molti sapevano chi aveva quelpenchant e chi no. Monsignori che uscivano in borghese nottetempo dal Laterano, indossando jeans e giubbotto di pelle, e che l'indomani affiancavano il Santo Padre ai pontificali. Preti che si allontanavano dalla canonica per far volta ai calidarj. Studenti di Atenei Pontifici che andavano a passeggiare a Villa Giulia. Seminaristi dediti ad un opinabile apostolato vespertino a Monte Caprino. Era la generazione del Concilio, che alla veste talare preferiva gli abiti firmati e gli occhiali da sole. Vanesj e fatui, inclini alla risatina isterica e ad apostrofarsi con pronomi e nomignoli femminili, ma pur sempre guardinghi, perché sul soglio sedeva il virile Wojtyla. Il quale era talmente intento a propagandar l'ecumenismo di Assisi da non accorgersi che proprio al suo fianco c'erano personaggi noti col nome di battaglia di Jessica.

Clero conciliare/1

Come orientarsi in seguito alle ultime allarmanti vicende del caso Viganò e al rapporto del Gran Giurì della Pennsylvania? Riporto il commento di Mons.R.N.Williamson su stmarcelinitiative.com
p.Elia

Un lettore ha scritto sollevando alcune domande sulla lettera di 11 pagine dell’ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti, Monsignor Viganò, in cui, con dovizia di particolari e citando i nomi, è detto che c’è un’immensa corruzione morale che fa marcire il clero cattolico negli Stati Uniti, e che la responsabilità dei crimini in questione raggiunge il vertice della Chiesa. Al momento di scrivere questi “Commenti”, lo scandalo causato dalla lettera è immenso, e sta avendo vaste ripercussioni. Nessuno può dire in questo momento quale sarà la ricaduta finale. Ecco le quattro domande del lettore, accompagnate da brevi risposte:

1 Cosa si deve pensare della lettera di Viganò? E’ grave come sembra?

Sì, perché Mons. Viganò dà tutte le indicazioni di essere un uomo onesto. Nel 2011 è stato esiliato da Roma e inviato negli Stati Uniti perché stava compiendo un tentativo riuscito di ripulire le finanze vaticane. Al momento di scrivere è nascosto perché teme per la propria vita. Ha nemici seri.

2 La lettera sarà una bomba nella Chiesa, o un semplice petardo, senza conseguenze durature?

Lo dirà il tempo. Certamente alla profonda corruzione nella Chiesa corrisponde la profonda corruzione esistente tra le potenze che sono nel mondo, i politici, i banchieri, i media e così via. E’ Satana che dirige, perché i satanisti sono legati tra loro in tutti i campi, e non permetteranno a un semplice Arcivescovo di sconvolgere il loro assetto, se possono evitarlo. Ma in realtà è Dio che tiene la mano. Le persone stanno tornando a Lui o no? Se no, Egli permetterà ai servi di Satana di continuare a muovere la Chiesa e mondo verso il Nuovo Ordine Mondiale. Se torneranno da Lui, tra breve avremo la Consacrazione della Russia.

Alcide De Gasperi

A quei cattolici che sottolineano quanto oggi manchi, nella scena politica e sociale italiana, un uomo come De Gasperi, consiglio vivamente la lettura dell’articolo di padre Julio Meinvielle. Oggi sentiamo molti politici, alcuni dei quali si definiscono cattolici (!), che auspicano e si adoperano per un partito politico liberale (come lo fu la DC). Ma il liberalismo e il Cattolicesimo-liberale sono stati condannati dalla Chiesa "di sempre". Ergo…
p.Elia

Liberalismo e Cattolicesimo-liberale. Da Lamennais a Maritain e De Gasperi (pubblicato su «SìSì-NoNo», periodico cattolico, Anno XXXV, numero 6, 31 marzo 2009) 
La questione democristiana  
Gramsci scriveva che la Democrazia Cristiana è necessaria al Comunismo per ottenere il consenso e poi il governo in Europa, specialmente nei Paesi cattolici. Ma perché? Don Dario Composta risponde: «Il modello ideale DC si potrebbe definire… come politica progressista e aconfessionale». Essa è «un partito di centro che guarda a sinistra», come diceva De Gasperi.
Don Composta distingue tre tipi di cattolici:
a) I cristiano-sociali, che respinsero i princìpi della rivoluzione francese per rimanere fedeli alla dottrina sociale e politica del Magistero ecclesiastico.
b) I cristiano-liberali, che si collocarono a mezza strada tra le idee della rivoluzione e l’insegnamento della Chiesa cattolica.
c) I democristiani, che, pur accogliendo un certo indirizzo o ispirazione vagamente cristiana, si mantennero laicisti e si orientarono verso teorie affini a quelle della rivoluzione francese; essi ebbero come capiscuola Lamennais e Maritain in Francia e in Italia Murri-Sturzo-De Gasperi.

Paolo VI

Trattiamo la figura del pontefice Paolo VI. Fu un buon Papa? Per rispondere alla domanda riprendo un articolo dello storico Roberto de Mattei su corrispondenzaromana.it
p.Elia

In questo mese di agosto ricorrono i quarant’anni della morte di Giovanni Battista Montini, Papa con il nome di Paolo VI dal 1963 al 1978. Il suo pontificato cambiò la vita della Chiesa nel ventesimo secolo.

Giovanni Battista Montini nacque a Concesio, in provincia di Brescia il 26 settembre 1897. Il suo ambiente familiare era caratterizzato da una forte tendenza al liberalismo e da una venatura giansenista, che si esprimeva soprattutto nel campo liturgico. Nella formazione giovanile incise inoltre il liturgismo filo-modernista del padre oratoriano Giulio Bevilacqua, suo direttore spirituale, che nel 1965 fu da lui creato cardinale.

Il 19 maggio 1920, il giovane Montini ricevette l’ordinazione sacerdotale, ad appena ventidue anni, senza aver seguito gli studi teologici in seminario, a causa delle fragili condizioni di salute. Venuto a Roma, fu chiamato presso la Segreteria di Stato e nominato assistente ecclesiastico della Fuci (Federazione Universitaria Cattolici Italiani), un’attività che lo impegnò intensamente, ma da cui fu rimosso per la sua “innovativa” concezione liturgica e per una spiccata tendenza alla “politicizzazione” dei giovani.

Avviso

Carissimi lettori, 
molti di voi mi hanno scritto perchè preoccupati per la mia assenza che perdura dall'aprile scorso.  
Il motivo è semplice: i sempre più numerosi impegni hanno reso difficile la pubblicazione degli articoli con una frequanza più o meno fissa. Tuttavia conto di riprendere la gestione del blog dandogli una nuova impostazione che, spero, verrà apprezzata.  
Non anticipo nulla: a breve conto di dare inizio al nuovo corso. 
p.Elia

Oremus pro gubernantibus nostris

La situazione politica attuale. Condivido l'articolo di don Curzio Nitoglia (doncurzionitoglia.wordpress.com).
p.Elia
 
La situazione politica italiana ed europea sta cambiando realmente e positivamente. La vittoria della Lega di Salvini (con il Primo Ministro Conte e l’onorevole Di Maio) in Italia ci permette, finalmente, di sperare (senza dover sognare ad occhi aperti) che si possa arrestare l’invasione islamica dell’Italia e quindi dell’Europa.

L’Italia e l’Europa sono, oggi come non mai, spaccate in due parti, come S. Ignazio dipinge i due accampamenti nemici nella Contemplazione dei suoiEsercizi Spirituali su “I due Stendardi”; oppure in “due città”, come scrive S. Agostino ne La Città di Dio; o in due partiti (quello Maria e quello del demonio) come scrive S. Luigi Maria Gignion de Montfort nel Segreto della vera devozione alla Vergine Maria.

Inoltre Salvini (con i suoi alleati) sta cercando di fondare una unione o federazione dei movimenti politici europei (la “Lega delle Leghe”), i quali son detti dispregiativamente “populisti”, ma che in realtà sono movimenti contrari al sistema mondialista e vicini ai bisogni concreti, contingenti, reali, spiccioli della gente comune e del popolo e perciò vengon detti “populisti”.

Il quadro di Medugorje


Mi si chiede di pronunciarmi sulle apparizzioni di Medugorje. Dico che su di esse sono molto critico e dubbioso. Pubblicherò una serie di brevi articoli, cominciando con quello postato qui sotto (che ho tratto dal blog nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it). 
p.Elia

Nel giugno del 1985 p. Slavko barbaric, guida dei ‘veggenti’ dopo p. Tomislav, in disubbidienza agli ordini del suo vescovo Zanic, volle far dipingere un quadro ufficiale della ‘Madonna di Medugorje’, di grosse dimensioni.
Colui che avrebbe dovuto dipingerlo sarebbe stato ‘scelto’ dal Cielo, attraverso una suora del movimento carismatico, Briege McKenna, irlandese dotata di doni particolari: lettura dei cuori, guarigioni, bilocazione, profezia e chi più ne ha più ne metta.
Il nome del pittore prescelto fu Leopold Baijot, il quale, ricevuto l’incarico fece sapere che la sua modella sarebbe stata la moglie stessa, certa Mireille Ory.

La missione profetica di Mons. Lefebvre

Finalmente! Finalmente si comincia a parlare di Mons.Marcel Lefebvre riconoscendogli l'enorme merito di essere stato non solo un vero sacerdote di Cristo ma anche di aver messo profeticamente in guardia sacerdoti e fedeli di ciò che è stato e avrebbe provocato il Concilio Vaticano II. A parlare chiaramente di questo è stato S.E.Mons.Athanasius Schneider, in una recente intervista al National Catholic Register. Ne riporto gli estratti più salienti. Ovviamente, compresa la testimonianza di Mons.Lefebvre che non si è fatto traditore della Verità, ci si aspetta un agire di conseguenza: il ritorno alla Tradizione e la celebrazione della Messa "di sempre" è l'unico dovere e rimedio alla crisi imperante nella chiesa.
p.Elia

Eccellenza, ha scritto molto sull’Eucaristia, in particolare il suo libro Dominus Est. Perché lo ha scritto?

Ho scritto quel libro a causa del triste fenomeno della prassi della cosiddetta “Comunione sulla mano”, una prassi che dimostra in modo evidente e innegabile una banalizzazione della Santissima Eucaristia – una banalizzazione che rasenta la profanazione ed è posta sotto gli occhi di tutti nella stragrande maggioranza delle chiese cattoliche di tutto il mondo, con l’eccezione di poche regioni e diocesi. È provato che tale prassi non è mai esistita nella Chiesa cattolica, e non ha nulla a che fare con una prassi analoga nei primi secoli. Bisogna smascherare questo mito e questa falsificazione. Questa prassi moderna, infatti, con i suoi atti concreti fu inventata nelle comunità calviniste e non esisteva nemmeno nella tradizione luterana. [...]

La crudeltà della chiesa conciliare denunciata da un coraggioso padre dei Francescani dell'Immacolata

Su corrispondenzaromana.it è comparso un interessante articolo di padre Paolo M.Siano, appartenente all'Istituto dei Francescani dell'Immacolata che, come è noto, è stato prima distrutto e poi "rieducato" coattivamente dalle autorità vaticane conciliari. Certamente coraggiosa è la denuncia del padre (al quale va tutta la mia solidarietà e profondo rispetto) ma vien da chiedersi se questo intervento non giunga con eccessivo ritardo visto ciò che è successo ai F.I. Le sue parole, così come quelle che ci si aspettava venissero proferite da altri suoi confratelli, sarebbero state molto più utili all'inizio dell'ingiusto commissariamento: utili agli stessi Francescani dell'Immacolata (quelli buoni) che avrebbero trovato la forza per resistere ad un evidente sopruso; utili ai fedeli che avrebbero visto con ammirazione veri religiosi all'opera in difesa della Fede. E' la Fede che dona la vita eterna, la Fede in Gesù Cristo. Questi sono i tempi della lotta per difendere la preziosissima eredità che ci ha lasciato Nostro Signore da coloro che vogliono sottrarcela e distruggerla. Non comprendere questo, o tardare nel capirlo, significa prima o poi sfracellarsi: ciò che è successo ai F.I. 
p.Elia       

Pochi giorni fa, 21 gennaio, è stato un anniversario importante per la storia di noi Francescani dell’Immacolata (FI). In quel giorno di 6 anni fa (2012) si svolse nel nostro convento romano in via Boccea l’incontro tra l’allora Consiglio Generale FI da un lato, e dall’altro 5 frati (due americani e tre italiani) contestatori della persona e del governo di padre Stefano Manelli, fondatore e Ministro generale.
Il sottoscritto, insieme ad altri docenti dell’allora Seminario FI e responsabili della formazione, fu invitato da P. Manelli a partecipare all’evento. L’incontro, durato un’intera giornata in due sessioni, fu sconvolgente per la quantità e veemenza di accuse velenose mosse contro padre Manelli.

Col senno di poi si comprende che quelle accuse sarebbero state poi gradualmente dispiegate e sviluppate nel dossieraggio e nella guerra ecclesiastica, mediatica e giudiziaria condotta contro padre Manelli, guerra promossa e/o avallata da alcuni ecclesiastici (anche vaticani), frati, laici, e un prete diocesano un po’ “tridentino”… In questi 6 anni ho assistito: alla oggettiva devastazione della mia Famiglia Religiosa (Frati, Suore, Laici), alla persecuzione (tuttora in corso) del Padre Fondatore e del nostro autentico carisma FI approvato da Papa san Giovanni Paolo II.

Lo schifo che si insegna nel seminario di Bergamo

Ecco cosa si insegna nei seminari conciliari (preaparatevi al peggio leggendo l'articolo di denuncia che riprendo  da anonimidellacroceblog.wordpress.com). Direi che non ci sono più parole per descrivere le nefandezze e le eresie di questo clero sconcio, aderente al Concilio Vaticano II. Seminaristi che diverranno sacerdoti dopo essere stati (s)formati da insegnanti completamente fuori di testa che cosa potranno offrire ai fedeli? La Fede? Per carità! Questa è gente da evitare se teniamo alla salute della nostra anima. 
Mettiamoci alla ricerca, seria e convinta, di veri sacerdoti che sono rimasti fedeli alla Tradizione e alla vera Chiesa di Cristo. 
Un'ultima sottolineatura: invece di distruggere le scuole dei Francescani dell'Immacolata (lì sì che si insegnava vera dottrina e vero magistero) andrebbero piuttosto chiusi i seminari di questa chiesa conciliare... a partire da quello di Bergamo. Sarebbe un atto di giustizia verso Dio.  
p.Elia 
 
Questo è troppo! Questi sono pazzi! E’ una follia! Abbiamo parlato diverse volte delle castronerie sul Sacramento dell’Eucaristia che scrive Andrea Grillo. Ma questa di oggi le supera tutte. FATE GIRARE IN TUTTO IL MONDO QUESTO ARTICOLO! Perché anche le pietre devono sapere dove stanno portando la Chiesa questi scellerati!

Il “teologo” Grillo nel suo blog ha postato un articolo di Manuel Belli, che è insegnante di Teologia Sacramentaria al Seminario di Bergamo ed è anche educatore dei seminaristi della stessa città.

Il titolo dell’ articolo di don Belli è: “Eucaristia. Corpo, pasto ed eros”. Già leggendo il titolo si capisce il programma, e dove vuole andare a parare questo sedicente “teologo”. Il link è questo http://www.cittadellaeditrice.com/munera/nuova-teologia-eucaristica-1-corpo-pasto-e-eros-di-manuel-belli/. Sulla parte del Corpo di Cristo questo energumeno dice: “spesso nella tradizione abbiamo rischiato di porre talmente tanta enfasi sull’idea che quel pane e quel vino non sono più tali ma corpo e sangue di Gesù e sul fatto che i sensi non devono ingannare anche se vedono solo pane e vino che abbiamo rischiato di pensare in modo un po’ magico alla realtà della presenza del corpo di Cristo (…) Noi viviamo di simboli. E il corpo di Gesù non è altro rispetto a un buon pane spezzato”.
Questa è APOSTASIA allo stato puro. Credere nella Presenza Reale è magia? Il Corpo di Cristo non è altro che semplice pane? Questi sono completamente impazziti!

Il metodo di Dio: la Chiesa

Riporto un editoriale di radicatinellafede.blogspot.it utilissimo nel comprendere il rischio che si può correre in questi tempi di crisi della chiesa: la superbia può annidarsi ovunque, anche in anime devote. 
L'importante è che in tutto ciò che si faccia non venga mai a mancare la retta intenzione...
p.Elia

Un Tradizionalismo individualista è un puro non-senso.

Spieghiamoci subito riguardo al termine “tradizionalista”: lo usiamo qui per farci capire dai più, ma questo termine non ci piace. Vorremmo semplicemente dire “un Cattolicesimo”, ma usiamo volutamente il termine “un tradizionalismo” perché è quello usato contro di noi per definirci nel nostro attaccamento alla Tradizione della Chiesa. Se allora questo termine ci individua nella nostra accanita salvaguardia di ciò che la Chiesa ha fatto, e non solo detto, nel passato, questo ci piace.

Ma dicevamo, un tradizionalismo individualista è un puro non senso, perché il metodo di Dio si chiama Chiesa.

Qual è il pericolo più grande che corre oggi una parte dei fedeli legati al mondo della Tradizione? Quello di rinchiudersi in una osservanza individualista della vita cristiana.

La causa di questa tendenza è ben chiara: dovendosi “difendere” da una chiesa ufficiale che sembra disprezzare il proprio passato, che non concede veri spazi di vita alla Tradizione, che anzi osteggia duramente la presenza di comunità tradizionali, il fedele tradizionale perde quella fiducia nella chiesa stessa e tende a rinchiudersi nei propri bastioni. È quello che succede a un figlio sempre trattato duramente, in modo ingiustificato, dal padre, che finisce col trovarsi solo ad affrontare la sua dura esistenza.

Eroi

Riprendo dal suo blog maurizioblondet.it la risposta di Maurizio Blondet ad un suo lettore. Si parla di fede, di coraggio... in altre parole, esattamente di ciò che manca nei nostri tempi...
p.Elia
 
Un lettore mi scrive:
La seguo da qualche hanno e La ringrazio del suo prezioso lavoro. Rimango un po’ deluso da quel suo definirsi "Cattolico Tradizionalista". Tradizionalista va bene, ma cattolico mi sta come un dito nell’occhio. Non pretendo spiegazioni nè motivazioni da una persona della sua levatura intellettuale, avrà i suoi motivi.Solamente volevo farLe sapere che leggendoLa tutti i giorni e godendo della sua informazione con la sua prosa veramente non mi capacito di questa professione. Le confesso che sarei felice un domani sapere una sua presa di distanza da quello che io reputo una vera sciagura per il mondo intero. Le auguro un Buon 2018 fatto di notizie più confortanti… Cordiali saluti Guglielmo M.
La mia risposta: 
Alla mia età, non ho più tanta pazienza verso i pregiudizi convenzionali che la gente ha adottato totalitariamente, e ognuno mi ripete come fossero idee sue e testimonianza della sua libertà critica. Il suo anti-cattolicesimo, caro lettore, è uno di questi pregiudizi convenzionali; ho avuto già modo di ascoltarlo, come immagina, molte volte. La revulsione verso la stessa parola “cattolico” ha ormai presso le masse il carattere di riflesso condizionato, scatta da sé, comporta non solo derisione e disprezzo ma,- più grave – volontà di esclusione dallo spazio pubblico: un “cattolico” non ha diritto a dire la sua perché è dogmatico, intollerante, crede che esista la verità, è moralista….
E questo, nel momento storico in cui è proprio il relativismo che viene imposto come una verità dogmatica; e sono proprio i miscredenti di massa a mostrare tutti i sintomi che loro attribuiscono erroneamente al “cattolico” o al fanatico religioso: conforto sentimentale da certezze ricevute, conformismo, rifiuto del dubbio, sicurezza farisaica di essere nel giusto, presunzione moralistica, intolleranza verso le posizioni altrui, atti di fede ripetuti verso “Il progresso”, l’”evoluzione darwiniana”, “la scienza” ed altre credenze non-verificate della ideologia progressista.