In poche parole il
liberalismo, come ha scritto Monsignor Lefebvre nella "Lettera
agli Amici e Benefattori" n. 9, può definirsi come la dottrina
che "pretende liberare l’uomo da qualsiasi costrizione non
voluta o non accettata da lui stesso".
Questa liberazione si manifesta a un triplice livello. Per primo a livello della Verità con il rifiuto "di qualsiasi verità oggettiva imposta". Ciascuno deve poter avere la sua verità che viene così "inevitabilmente spezzettata". Poi a livello della Fede, col rifiuto dei dogmi definiti una volta per sempre. Il liberalismo vuoI sottomettere i dogmi al giudizio della ragione e della scienza. Infine a livello della Legge, con la sostituzione della coscienza alla legge.
Questi princìpi hanno come conseguenza di "distruggere la filosofia dell’essere" e di portare ad un’evoluzione permanente, particolarmente in materia di dogmi. Essi portano ugualmente "alla negazione del soprannaturale". Il sentimento religioso sostituisce la grazia. "L’appartenenza a una comunità umana di tipo religioso" prevale su quella al corpo mistico di Nostro Signore, come lo si vede nell’attuale riforma liturgica. Questi princìpi hanno come risultato la sostituzione, in tutti i campi, della autorità personale, partecipazione dell’autorità di Dio con quella della maggioranza.