La lunga notte per la Chiesa

Nel suo diario, il cardinal Ottaviani scriveva nel 1965, 3 anni dopo la “Humanae Salutis”di Giovanni XXIII (che si concludeva con questapreghiera: “Rinnova in questa nostra epoca i tuoi prodigi, quasi come con una nuova Pentecoste, e concedi alla Santa Chiesa che, perseverando concordemente e assiduamente con Maria, la Madre di Gesù, e guidata da San Pietro, estenda il regno del divin Salvatore, regno di verità e di giustizia, regno di amore e di pace. Amen”):
“... il Concilio più che una nuova aurora per l’umanità, [è] una lunga notte per la Chiesa”; “... prego Dio di farmi morire prima della fine di questo Concilio, così almeno muoio cattolico”.

Il 30 ottobre del 1962, quando già si paventavano venti di “libertà religiosa” e di “aperture ai fratelli separati” furono messe in cantiere anche alcune modifiche all’“Ordo” della Messa, il cardinal Ottaviani, e non fu il solo, intervenne duramente:
“Stiamo cercando di suscitare il disorientamento e lo scandalo nel popolo cristiano, introducendo delle modifiche in un rito così venerabile, che è stato approvato lungo tanti secoli e che è ora divenuto così familiare? Non si può trattare la Santa Messa come se fosse un pezzo di stoffa che si rimette seguendo la moda, secondo la fantasia di ciascuna generazione”.
Non immaginava ancora che tutto ciò avrebbe portato al “Novus Ordo Missae”.


Anni dopo i cardinali Ottaviani e Bacci, facendosi portavoce di una corrente numerosa di teologi e sacerdoti che “rigettavano” la “messa normativa” ideata dal Consilium ad exequendam Constitutionem de Sacra Liturgia, inviarono a Paolo VI il “Breve esame critico del «Novus Ordo Missæ»”, scritto da mons. Michel Guérard des Lauriers. Nel documento si legge, inoltre, che con il “Novus Ordo Missae”:
“si vuol fare tabula rasa di tutta la teologia della Messa. In sostanza ci si avvicina alla teologia protestante che ha distrutto il sacrificio della Messa”.

(radiospada.org)