I Francescani dell’Immacolata in attesa di nuovi colpi…

Continua la persecuzione ai Francescani dell'Immacolata. Leggo sul blog allchristian.it il seguente aggiornamento. Dopo aver appreso la notizia secondo la quale è stata resa più severa - tramite un decreto papale -  la clausura a padre Manelli, cofondatore dell'Istituto dei FI,  ecco cosa sta accadendo ai frati e alle suore FI. Vediamo il vero volto della chiesa conciliare, altro che misericordia!
p.Elia   
 
Girano voci che a breve i Commissari pontifici dei Frati Francescani dell’Immacolata consegneranno ai Frati il testo provvisorio delle nuove Costituzioni, che saranno successivamente portate in Capitolo (a settembre?) per la discussione e approvazione da parte dei Frati e per consegnarle poi alla Congregazione dei Religiosi per l’approvazione ecclesiastica.

Sembrerebbe che l’Istituto stia seguendo un percorso ordinario e sereno. Così si vuol far credere e pare che i Commissari stessi se ne vogliano autoconvincere.

Tutt’altra, sembra, sia la realtà di confusione, smarrimento e sofferenza tra i Frati, ormai irrimediabilmente divisi dal Commissariamento, che, senza ombra di dubbio, ha creato (volontariamente?) questo gap, come ha fatto in molti altri casi della storia degli Ordini religiosi (vedi il caso dei Paolini, qualche decennio fa). Sarà perché l’istituto del Commissariamento, dal punto di vista canonico, è molto inconsistente e, quindi, potrebbe diventare uno strumento incontrollabile in mano alle autorità superiori? Lasciamo agli esperti le disquisizioni giuridiche.

Stando ai mass media, tra i frati non correrebbe buon sangue (e questo, se fosse vero, non sarebbe edificante). Probabilmente, però, c’è chi se ne approfitta, come sembra facciano i Commissari, per portare l’acqua al loro mulino. Insomma, userebbero le divisioni tra i frati per stravolgere il loro Carisma, troppo tradizionale, troppo ancorato alla dottrina cattolica, all’ascesi, alla penitenza (cose tutte vissute con grande serenità e letizia francescana, come possono attestare tutti coloro che hanno conosciuto i Frati). I Commissari parlerebbero molto spesso di unità e di carità fraterna, ma non affronterebbero seriamente i motivi per cui l’unità è infranta (sulle mancanze di carità non siamo informati, e poi: chi sono io per giudicare?). Sembrerebbe che, per loro, l’unità vada considerata al di sopra della verità, della dottrina, della morale, della giustizia. Insomma, se ciò fosse vero, nessuna meraviglia. Rispecchierebbe bene la prassi dominante nei sacri palazzi.

Da quanto risulta, il motivo della divisione, è stato inizialmente l’accoglienza favorevole del Motu Proprio Summorum Pontificum (non poteva essere altrimenti!) da parte dei Fondatori e di gran parte dell’Istituto, e il rifiuto, da parte di uno sparuto gruppetto di frati, della corretta applicazione di esso. Questo contrasto interno è stato la miccia, diciamo così, che ha dato occasione al gruppetto e agli scontenti per attaccare uno dei Fondatori su questioni personali, a quanto pare, usate come cavallo di Troia, al dire delle autorità ecclesiastiche, per un “colpo di stato” bell’e buono. Le cose però sono andate molto male, si sa, tanto che, dopo quasi quattro anni, il volto dell’Istituto è completamente sfigurato e quelli che erano stati i promotori della ribellione o hanno lasciato l’Istituto oppure pare che vivano in uno stato dei semi depressione…

I Commissari pontifici, a quanto risulta, rimangono ciechi di fronte alla realtà che hanno creato. Non solo, ma vorrebbero procedere ad una “normalizzazione” dell’Istituto, eliminando in pratica quanto lo caratterizza. Questo attraverso l’imposizione, di fatto, di nuove Costituzioni.

Le Costituzioni sono il testo giuridico e spirituale fondamentale per ogni Istituto religioso. Regolano la vita dei membri e la loro spiritualità. Per questo solo i membri dell’Istituto possono prepararle o adattarle alle mutate condizioni sociali e temporali. All’autorità della Chiesa spetta il compito di approvare, correggere, emendare questo testo normativo, in modo da dare garanzia alla Chiesa e ai membri stessi dell’Istituto di ortodossia e di ortoprassi. Le Costituzioni non vanno fatte “a tavolino”, ma devono rispecchiare tutta la ricchezza del Carisma, riconosciuto santo e utile dalla Chiesa e per la Chiesa. Dopo un’esperienza ventennale, finalmente nel 1990 gli FFI hanno avuto l’approvazione diocesana e nel 1998 quella pontificia delle Costituzioni tutt’ora vigenti, approvate ancora dalla CIVCSVA nel 2008.

Anomalo e, diremmo ancor più, grave, è quanto sta accadendo ora per i FFI. Pare che i Commissari abbiano creato proprio “a tavolino” le nuove Costituzioni, e che le consegnino prossimamente per una prima visione. Risulta che non è stato chiesto ai Frati alcun contributo ufficiale, anzi che i Commissari abbiano rifiutato di prendere in considerazione delle osservazioni fatte al loro progetto di revisione delle Costituzioni. In passato i Commissari hanno riunito due o tre volte i superiori delle case di tutto il mondo, una quarantina perché ascoltassero le proposte dei Commissari. C’è da dire che i superiori non hanno nessuna qualifica per affrontare le revisioni delle Costituzioni. Sono stati per la maggior parte sostituiti dal primo Commissario (r.i.p.) con frati allineati al gruppo ribelle. Un circolo vizioso. Ora proprio questi dovrebbero giudicare e valutare la nuova forma di vita dei frati. Tutto questo, senza chiedere alcun intervento dei Fondatori.

Due sono gli elementi fondamentali e specifici che verranno espunti o modificati: il voto mariano e la povertà comunitaria, con la Traccia mariana. Se questo fosse confermato, ciò sarebbe la dimostrazione che i Commissari stanno imponendo un testo normativo che non rispecchia anzi che stravolge il carisma specifico dei FFI, già approvato dalla Santa Sede. In pratica i Commissari non tengono in nessun conto gli “intenti dei fondatori” e “le sane tradizioni”, da custodire gelosamente, come recita uno dei principali canoni del Codice di Diritto Canonico: «L’intendimento e i progetti dei fondatori, sanciti dalla competente autorità della Chiesa, relativamente alla natura, al fine, allo spirito e all’indole dell’istituto, nonché le sue sane tradizioni, cose tutte che costituiscono il patrimonio dell’istituto, devono essere da tutti fedelmente custoditi» (c. 578).

I Commissari stanno creando di fatto, a tavolino, un nuovo Istituto. A questo punto ci si domanda (la domanda è retorica) se è lecito imporre a dei battezzati una forma di vita diversa da quella abbracciata. Sarebbe probabilmente molto più giusto lasciare la libertà, a chi vuole, di continuare a vivere con la forma di vita già approvata e sperimentata, e a chi non vuole più il voto mariano e la povertà, con la Traccia mariana, di entrare nel nuovo Istituto che i Commissari stanno creando “a tavolino”.

Com’è noto, il voto mariano della illimitata consacrazione all’Immacolata è il primo voto dei FFI ed è la loro ragion d’essere come Istituto, è il motivo per cui San Giovanni Paolo II nel 1990 volle che essi si costituissero in Istituto, separandosi dall’Ordine dei Frati Minori Conventuali. I media da mesi hanno dato la notizia che i Commissari hanno già, con grave abuso, eliminato questo voto dalla formula di Professione Religiosa, imponendone un’altra, priva di questi due elementi sostanziali, e questo senza previo dialogo e senza aver prima sentito il parere di alcuno. I FFI si sono trovati di fronte all’opzione di abbandonare forzatamente l’Istituto o di professare con una nuova formula, priva dell’elemento fondamentale, essenziale e specifico del loro Carisma. Infatti, la nuova formula imposta dai Commissari ha sostituito il voto mariano con un generico quarto voto di disponibilità ad andare in missione.

Inoltre, la nuova formula di professione elimina dal Carisma anche la povertà comunitaria, ossia l’impossibilità per l’Istituto di avere alcuna proprietà, mobile o immobile, per vivere nella più alta fiducia nella divina Provvidenza. Fino al 2013 la divina Provvidenza li ha sostenuti nelle loro ingenti opere apostoliche. Dall’inizio del Commissariamento i benefattori si sono ritirati per mancanza di chiarezza delle Autorità ecclesiastiche. In effetti, lo hanno fatto a ragione veduta, considerato il fatto che ora i Commissari stanno stravolgendo l’identità carismatica dell’Istituto, il quale, in meno di 4 anni di Commissariamento, ha già chiuso quasi venti conventi, ha chiuso tre missioni, ha perso un centinaio di vocazioni… .

Cosa dire? Preghiamo il Signore perché intervenga al più presto per salvare un fiore così splendido com’era l’Istituto dei FFI e delle SFI, fino al devastante intervento di alcuni ecclesiastici e di tutti coloro che, anche tra i frati stessi, si sono fatti loro collaboratori dell’opera di distruzione dell’Istituto dell’Immacolata. Confidiamo in un Suo intervento potente, perché venga sanata questa situazione, che tanto fa soffrire il Corpo mistico di Cristo e che ritarda l’avvento del Suo Regno.