ll card.Muller sarebbe un conservatore? Ma per favore...

Leggo su corrispondenzaromana.it che “Sua Eminenza il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2 luglio 2012, è stato licenziato da papa Francesco allo scadere esatto del suo mandato di 5 anni. Il cardinale Müller è uno dei cardinali che hanno cercato di interpretare l’Amoris laetitia, secondo un’ermeneutica di continuità con la Tradizione della Chiesa. Ciò è bastato per annoverarlo tra i critici del nuovo corso imposto da papa Bergoglio”.

È opportuno chiarire un aspetto in questo tempo di profonda confusione: che il card.Muller si sia attirato le ire di papa Bergoglio per non essersi allineato alla sua interpretazione di Amoris Laetitia è fuori dubbio, ma la presa di posizione del cardinale “temo” (ed è un eufemismo) che nulla abbia a che vedere con la fedeltà alla Tradizione bensì a logiche – definiamole - “politiche” che sembrano essere divenute il marchio di fabbrica di questa chiesa conciliare. Prova ne è la lettera (che mi si dice sia reale) inviata proprio dal prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede alla Fraternità sacerdotale San Pio X in merito all'accordo (presunto) imminente con la Fraternità fondata da Mons.Lefebvre; lettera nella quale risulta chiarissima la solita imposizione al riconoscimento del Concilio Vaticano II che è manifesta rottura con il Magistero perenne della Chiesa (quindi altro che continuità con la Tradizione!).
In altre parole, sempre è richiesta la totale e incondizionata adesione a quel nefasto e velenoso concilio quale conditio sine qua non per appartenere alla chiesa (ma a quale chiesa? Quella conciliare, ovviamente). Siamo ben lontani dalla volontà di ripristinare la Verità perchè ancora si cerca di conciliare l'inconciliabile: il mondo con i suoi vizi e l'Insegnamento di Nostro Signore che chiede invece la conversione dei cuori.

Per cui considerare, nell'ottica di una ermeneutica di continuità con la Tradizione, difensori della Fede in Gesù Cristo cardinali, vescovi, sacerdoti... che hanno “accettato” la nuova pastorale conciliare o ceduto alle lusinghe moderniste del Vaticano II facendosene suoi impliciti o espliciti promotori, è una aberrante falsità oltre che una errata convinzione.

La crisi della Chiesa pare essere ancora ben lontana dal trovare la soluzione. Eppure basterebbe così poco: se, invece di scrivere inutili lettere o far appelli inascoltati al vescovo di Roma, ci si mettesse a celebrare Sante Messe in rito tridentino, ripristinando la Messa “di sempre” e la vera teologia cattolica, si realizzerebbe il rimedio (l'unico) efficace per un vero rinnovamento cattolico che cambia l'esistenza e salva l'anima. Tornare alla vera Messa vale più di mille discorsi o parole e sarebbe la più grande testimonianza di Fede oltre che la più efficace catechesi che si possano realizzare in questo tempo di apostasia: un vero sacerdote questo farebbe.
p.Elia

Di seguito la lettera pervenuta alla FSSPX.

La Casa Generalizia della Fraternità San Pio X ha comunicato a tutti i suoi membri il contenuto di una lettera del cardinale Gerhard Müller, la quale ha prodotto negli ingenui l’effetto di una doccia fredda, anzi gelata.
Ecco i principali e più saporiti estratti di questa lettera:

«Come sapete, Papa Francesco ha manifestato, a più riprese, la sua benevolenza nei confronti della vostra Fraternità, accordando in particolare a tutti i sacerdoti membri la facoltà di confessare in maniera valida i fedeli e autorizzando gli Ordinai dei luoghi a concedere delle licenze per la celebrazione dei matrimoni dei fedeli che seguono l’attività pastorale nella vostra Fraternità.
Per altro verso, proseguono le discussioni sulle questioni relative al pieno ristabilimento della comunione della vostra Fraternità con la Chiesa cattolica.
A questo proposito, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ho ritenuto necessario sottoporre alla Sessione Ordinaria della nostra Congregazione, riunita lo scorso 10 maggio, il testo della Dichiarazione dottrinale che vi è stata trasmesso durante l’incontro del 23 giugno 2016, come condizione necessaria in vista del pieno ristabilimento della comunione.
Ecco, a questo proposito, le decisioni unanimi di tutti i membri del nostro Dicastero:

1) E’ necessario esigere dai membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X l’adesione alla nuova formula della Professio fidei del 1988. Di conseguenza, non è più sufficiente chiedere loro di emettere la Professio fidei del 1962.

2) Il nuovo testo della Dichiarazione dotrinale deve contenere un paragrafo nel quale i firmatari dichiarano, in maniera esplicita, la loro accettazione degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e del periodo post conciliare, accordando alle dette affermazioni dottrinali il grado di adesione loro dovuto.

3) I membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X devono riconoscere, non solo la validità, ma anche la legittimità del rito della Santa Messa e dei Sacramenti. Secondo i libri liturgici promulgati dopo il Concilio Vaticano II

E il caro cardinale conclude, in cauda venenum, che «nel corso dell’udienza accordata al Cardinale Prefetto, il 20 maggio 2017, Il Sommo pontefice ha approvato queste decisioni.»