In un'intervista rilasciata su 7, il settimanale del Corriere della Sera, Ratzinger è chiarissimo: "Il Papa è uno, è Francesco”.
Dunque, e non è la prima volta per la verità, Papa Benedetto indica e “benedice” Papa Bergoglio quale punto di riferimento per l'intera cattolicità.
Bene, e adesso, cari utili idioti, come la mettiamo?
Non eravate voi quelli che hanno sempre puntato il dito su Bergoglio e il suo nefasto pontificato evidenziando, al contrario, la diversità e le profondità spirituali del pontificato di Benedetto XVI?
Non eravate voi quelli che hanno scritto fiumi di articoli, appelli, raccolte firme, moniti e quant'altro contro le derive bergogliane indicando, al contrario, gli utili insegnamenti dottrinali, morali e liturgici di Benedetto XVI ?
Non eravate voi quelli che hanno argomentato e indagato giungendo a dichiarare che l'elezione di Bergoglio sarebbe persino invalida così che, al contrario, il vero pontefice sarebbe ancora Benedetto XVI (desautorato o dimissionario, poco conta)?
Non eravate voi quelli che hanno ripetuto (al diavolo l'oggettività) che il programma di Papa Francesco – che si richiama al Concilio Vaticano II – rappresenta una deriva paurosa per la cattolicità mentre, al contrario, il programma di Benedetto XVI – che si richiama al Concilio Vaticano II – rappresenta il vero insegnamento della Chiesa cattolica?
Potremmo andare avanti in questa carrellata di penose contraddizioni e incredibili incoerenze: l'accecamento della ragione o, molto più semplicemente, il mero tornaconto personale, non possono che produrre l'inconciliabile unito ad una gran faccia di bronzo.
Ora ci si prepari: davanti allo smacco del “buon” pontefice che dichiara di essere unito in tutto e per tutto al “cattivo” pontefice (perché il primo sarebbe il "papa della preghiera", il secondo il "papa dell'azione"... Ratzinger dixit) si troveranno sicuri argomenti e contorte spiegazioni per sostenere invece che quelle parole, pronunciate da Benedetto XVI, sono in realtà da interpretare; in fondo è quasi stato costretto a dire ciò, come da lui stesso in un certo senso esplicato, poichè "L’unità della Chiesa è sempre in pericolo, da secoli. Lo è stata per tutta la sua storia. Guerre, conflitti interni, spinte centrifughe, minacce di scismi".
Dunque occorre preservare a tutti i costi l'unità della chiesa, anche se occupata da un clero perverso. E negare l'esistenza di uno scisma che, di fatto, vi è già nella Chiesa cattolica: da una parte un piccolo, piccolissimo gruppo di fedeli legati al Magistero di sempre della Chiesa di Cristo, dall'altro gli occupanti che impongono una nuova chiesa con una nuova religione.
Sarebbe invece utile ci venisse spiegato dagli utili idioti perché la Tradizione è così tanto odiata, ostacolata, messa al bando dalla chiesa che ha fatto del Concilio Vaticano II un dogma intoccabile. Soprattutto perché ciò non avviene soltanto per opera di Bergoglio, ma anche da parte dei suoi predecessori vaticanosecondisti – dunque Benedetto XVI compreso – attraverso riforme che hanno prodotto una vera autodemolizione della Chiesa colpendo al cuore liturgia e dottrina.
Tutte queste riforme portano la firma dei vari papi che hanno promosso il Concilio Vaticano II fino alle sue estreme conseguenze dei giorni attuali, non rinnegando mai gli evidenti frutti marci prodotti da una pianta avvelenata ma, anzi, promuovendo e perseverando un'azione liberale e demoniaca volta a scardinare quel tesoro conservato nella Chiesa di Nostro Signore che è la Tradizione, ossia autentica adesione al suo insegnamento e all'unica Verità.
Ma sappiamo che è troppo chiedere a chi, più o meno furbescamente, intende vestire i panni di oppositore verso chi demolisce la Chiesa stando bene attento dal picconare quell'albero velenoso dai frutti marci ma, anzi, tessendo le lodi dei pontefici che hanno contribuito a farlo crescere.
E così il clero corrotto riamane occupante, i fedeli ingenui rimangono preda della loro ingenuità, i veri cattolici rimangono afflitti da persecuzioni... e gli utili idioti rimangono utili idioti.
Dunque, e non è la prima volta per la verità, Papa Benedetto indica e “benedice” Papa Bergoglio quale punto di riferimento per l'intera cattolicità.
Bene, e adesso, cari utili idioti, come la mettiamo?
Non eravate voi quelli che hanno sempre puntato il dito su Bergoglio e il suo nefasto pontificato evidenziando, al contrario, la diversità e le profondità spirituali del pontificato di Benedetto XVI?
Non eravate voi quelli che hanno scritto fiumi di articoli, appelli, raccolte firme, moniti e quant'altro contro le derive bergogliane indicando, al contrario, gli utili insegnamenti dottrinali, morali e liturgici di Benedetto XVI ?
Non eravate voi quelli che hanno argomentato e indagato giungendo a dichiarare che l'elezione di Bergoglio sarebbe persino invalida così che, al contrario, il vero pontefice sarebbe ancora Benedetto XVI (desautorato o dimissionario, poco conta)?
Non eravate voi quelli che hanno ripetuto (al diavolo l'oggettività) che il programma di Papa Francesco – che si richiama al Concilio Vaticano II – rappresenta una deriva paurosa per la cattolicità mentre, al contrario, il programma di Benedetto XVI – che si richiama al Concilio Vaticano II – rappresenta il vero insegnamento della Chiesa cattolica?
Potremmo andare avanti in questa carrellata di penose contraddizioni e incredibili incoerenze: l'accecamento della ragione o, molto più semplicemente, il mero tornaconto personale, non possono che produrre l'inconciliabile unito ad una gran faccia di bronzo.
Ora ci si prepari: davanti allo smacco del “buon” pontefice che dichiara di essere unito in tutto e per tutto al “cattivo” pontefice (perché il primo sarebbe il "papa della preghiera", il secondo il "papa dell'azione"... Ratzinger dixit) si troveranno sicuri argomenti e contorte spiegazioni per sostenere invece che quelle parole, pronunciate da Benedetto XVI, sono in realtà da interpretare; in fondo è quasi stato costretto a dire ciò, come da lui stesso in un certo senso esplicato, poichè "L’unità della Chiesa è sempre in pericolo, da secoli. Lo è stata per tutta la sua storia. Guerre, conflitti interni, spinte centrifughe, minacce di scismi".
Dunque occorre preservare a tutti i costi l'unità della chiesa, anche se occupata da un clero perverso. E negare l'esistenza di uno scisma che, di fatto, vi è già nella Chiesa cattolica: da una parte un piccolo, piccolissimo gruppo di fedeli legati al Magistero di sempre della Chiesa di Cristo, dall'altro gli occupanti che impongono una nuova chiesa con una nuova religione.
Sarebbe invece utile ci venisse spiegato dagli utili idioti perché la Tradizione è così tanto odiata, ostacolata, messa al bando dalla chiesa che ha fatto del Concilio Vaticano II un dogma intoccabile. Soprattutto perché ciò non avviene soltanto per opera di Bergoglio, ma anche da parte dei suoi predecessori vaticanosecondisti – dunque Benedetto XVI compreso – attraverso riforme che hanno prodotto una vera autodemolizione della Chiesa colpendo al cuore liturgia e dottrina.
Tutte queste riforme portano la firma dei vari papi che hanno promosso il Concilio Vaticano II fino alle sue estreme conseguenze dei giorni attuali, non rinnegando mai gli evidenti frutti marci prodotti da una pianta avvelenata ma, anzi, promuovendo e perseverando un'azione liberale e demoniaca volta a scardinare quel tesoro conservato nella Chiesa di Nostro Signore che è la Tradizione, ossia autentica adesione al suo insegnamento e all'unica Verità.
Ma sappiamo che è troppo chiedere a chi, più o meno furbescamente, intende vestire i panni di oppositore verso chi demolisce la Chiesa stando bene attento dal picconare quell'albero velenoso dai frutti marci ma, anzi, tessendo le lodi dei pontefici che hanno contribuito a farlo crescere.
E così il clero corrotto riamane occupante, i fedeli ingenui rimangono preda della loro ingenuità, i veri cattolici rimangono afflitti da persecuzioni... e gli utili idioti rimangono utili idioti.