A proposito della coscienza

“Il compito finale della morale individuale e sociale consiste nel fatto che Cristo sia formato in tutti e in tutto. Da ciascuno di noi dipende il contribuire al conseguimento di questo scopo, formando Cristo nella nostra attività personale e sociale. […]

Si può non uccidere mai, non rubare, non infrangere nessuna legge criminale ed essere tuttavia disperatamente lontani dal regno di Dio. […] Persino il comandamento più alto e che racchiude tutto in sé – quello dell’amore – può essere compreso e accettato in senso falso, e non solo può, ma lo è stato e lo è […].

Gli uni in nome dell’amore verso Dio disonorano il nome divino con i loro fanatismi, gli altri in nome dell’amore verso il prossimo desidererebbero senza ostacoli consegnare alla rovina molti del loro prossimo. 
Che queste persone vadano consapevolmente contro la loro coscienza, io non mi azzardo a dirlo; ma che non abbiano verificato come si deve la loro coscienza, questo è chiaro.

Ma la migliore ed unica verifica della coscienza è così vicina… consiste solo nel fatto, prima di decidere una qualsiasi azione che abbia importanza per la vita personale e sociale, di evocare nella nostra anima l’immagine di Cristo, di concentrasi in essa e di domandarsi: avrebbe potuto Egli compiere questa azione, o in altre parole, approverebbe Lui o no, mi benedirebbe o no nel compierla? […] Se tutti gli uomini di buona volontà, sia come persone private che come personalità pubbliche e capi dei popoli cristiani cominciassero ora a far uso di questo mezzo sicuro in tutti i casi dubbiosi, esso sarebbe già l’inizio della seconda venuta di Cristo e la preparazione al giudizio finale, perché il tempo è vicino (Ap. 1,13)”.

(VLADIMIR SOLOV’EV - I fondamenti spirituali della vita)