L'omosessualità è contro l'ordine naturale

Secondo la legge naturale e quella soprannaturale i fini della sessualità umana sono due: procreativo e unitivo. Va da sé che il fine procreativo nell’ambito dell’omosessualità non può essere raggiunto. Già questo ci fa capire quanto la pratica omosessuale si collochi fuori dell’ordine naturale.

Il corpo è parte integrante della persona umana

Ma c’è anche un altro punto da tenere in considerazione. Mi riferisco al fatto che l’uomo non è solo il suo spirito (cioè la sua anima) ma anche il suo corpo. Il corpo non è qualcosa di aggiuntivo, per cui se c’è o non c’è va ugualmente bene; è parte integrante della persona umana. Se l’anima è “forma organica” del corpo, vuol dire che questo (il corpo) è costitutivo della persona umana. L’anima sta al corpo come la forma sta alla materia.
Ora – nessuno lo può negare – il corpo è sessuato. Il corpo è maschile e femminile; ed è maschile e femminile per dato di natura, non per scelta. Se è vero che la psiche influenza il corpo e pur vero il contrario, cioè che il corpo influenza la psiche. Infatti, la differenza tra uomo e donna non è solo corporea, ma prima di tutto psicologica. L’uomo è uomo in tutto se stesso. La donna è donna in tutta se stessa.
Questa premessa è importante per capire quanto la sessualità umana non sia riducibile a una “scelta”, bensì è un’espressione di elementi che la precedono e che si offrono come dati di fatto che l’uomo naturalmente deve riconoscere e di cui non può disporre secondo una sua capricciosa volontà. 
L’omosessualità è contro l’ordine naturale

Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2357 dice: «Basandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono infatti contrari alla legge naturale, precludono all’atto sessuale il dono della vita, e non sono frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. Non possono essere approvati in nessun caso».
Qui dobbiamo rifarci ad Aristotele. Il termine “natura” non indica (come spesso si pensa) ciò che fanno gli animali o ciò che avviene nella natura. La natura è il principio, presente in ogni cosa (quindi anche nella persona umana) che guida la crescita e lo sviluppo della realtà in cui è presente mirando a raggiungere il fine che è proprio di quella determinata realtà. Nel caso della persona umana, essendo essa non solo corpo ma anche spirito (e quindi ragione), agire secondo la propria natura significa raggiungere il fine che è conforme alla propria natura razionale. Altro discorso vale per le bestie.
Ovviamente la morale cattolica opera una distinzione tra orientamento omosessuale e pratica omosessuale. La prima non è suscettibile di un giudizio morale, qualora non sia tollerata e assecondata; la seconda invece è sempre da condannare.
Si definisce “omosessualità” un’attrazione sessuale stabile e prevalente verso le persone dello stesso sesso. Tenendo presente ciò che abbiamo finora detto, poiché l’omosessualità è una preferenza sessuale, come ogni tipo di preferenza non costituisce l’identità della persona. Tornando ad Aristotele, possiamo dire che essa è un accidente, cioè non costituisce l’essenza della persona.
Da qui si può concludere che non esistono omosessuali ma persone con inclinazioni omosessuali. Anzi, si può dire che le persone omosessuali sono in realtà eterosessuali, che, per qualche motivo, non hanno potuto sviluppare appieno la loro eterosessualità.
Giustamente il Magistero della Chiesa Cattolica invita ad evitare l’espressione “omosessuale” e a sostituirla con “persona con tendenza omosessuale”.

Due tesi per legittimare l’omosessualità: quella “genetica” e l’“ideologia di genere”

Ci sono due tesi che mirano alla legittimazione dell’omosessualità. La prima la possiamo definire “genetica”, la seconda “culturale”.
La prima afferma che nell’omosessualità ci sarebbero fattori genetici. Ma è una tesi facilmente confutabile. Infatti, diversi studi scientifici escludono la possibilità di una causa biologica dell’omosessualità. Non esiste un “gene gay”, un “cervello gay” o un “ormone gay”. A poter causare l’insorgere di un orientamento omosessuale sono influssi ambientali: famiglia, società, varie esperienze di vita, ecc …
La seconda tesi è quella espressa dalla cosiddetta ideologia di genere. Si tratta di una teoria che afferma che il genere non sarebbe né naturale né legato all’identità sessuale. La società imporrebbe agli uomini di comportarsi in un determinato modo e avere determinati gusti; e alle donne di comportarsi in maniera differente e avere altri gusti. Insomma, questi gusti e comportamenti non avrebbero nulla di radicato nell’identità sessuale delle persone.
Secondo i sostenitori di questa ideologia, i generi sarebbero cinque: maschile, femminile, omosessuale, bisessuale, trasgender e l’uomo sarebbe moralmente autorizzato a scegliere e a cambiare il proprio genere.
Sono molti gli autori che legano la nascita dell’ideologia di genere al femminismo radicale degli anni ’70. La caratteristica di questo filone rivoluzionario fu di applicare la dialettica marxista della lotta di classe ai due sessi. Come l’obiettivo del comunismo era una società senza classi, il fine dell’ideologia di genere è una società senza differenze tra uomini e donne. In questo senso trovano una giustificazione le istanze per le “pari opportunità”, le “quote rosa” e soprattutto le campagne contro la gravidanza, che resta un’insuperabile differenza tra uomini e donne.
Un grosso contributo all’ideologia di genere è giunto da un’opera del celebre medico Alfred Charles Kinsey (1894-1956), Il comportamento sessuale dell’uomo. In essa, Kinsey teorizza l’orientamento sessuale come un continuum del quale l’eterosessualità e l’omosessualità non sarebbero che i due estremi, mentre la bisessualità sarebbe la norma. Infatti, la conseguenza più immediata dell’ideologia di genere è la teorizzazione del transgenderismo, che è un movimento politico e culturale che propone una visione fluida dei sessi e dei generi, e rivendica il diritto di ogni persona di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità sessuale, le proprie abitudini e stili di vita. Insomma, niente è dato, niente è definito, tutto sarebbe sottoposto all’arbitrio dell’uomo.
Basterebbe raccontare un fatto che smentisce completamente questo assunto. Un fatto che capitò proprio a John William Money (1921-2006), il medico che coniò la definizione “identità di genere”, ipotizzando che questa potesse essere diversa dall’identità sessuale. Raccontiamolo.
Nel 1967 due gemelli monozigoti canadesi Brian e Bruce Reimer vennero sottoposti ad un rituale intervento di circoncisione, ma, per un incidente, il pene di Bruce fu bruciato durante l’operazione. I genitori, non sapendo cosa fare, si rivolsero a Money, medico famoso per le operazioni su bambini ermafroditi, il quale li convinse che sarebbe bastato semplicemente crescere Bruce come una bambina – in attesa dei trattamenti ormonali e della plastica ai genitali – per risolvere il problema. Per Money si trattava dell’esperimento perfetto, che avrebbe potuto dimostrare ciò di cui era personalmente convinto, ovvero che l’identità di genere non sarebbe in alcun modo legata alla natura biologica e, essendo il prodotto dell’influenza ambientale, potrebbe essere modificata. Aveva, infatti, a disposizione due bambini con l’identico patrimonio genetico e la possibilità di crescere uno dei due come una bambina.
Ma le cose andarono diversamente. Dall’incontro con il dottor Money la vita di Brenda (il nuovo nome di Bruce) e della sua famiglia fu un tragico susseguirsi di depressione, alcolismo, tentativi di suicidio. Brenda (che nulla sapeva dell’incidente) non voleva assolutamente decidersi a comportarsi come una bambina, con enorme sconforto dei genitori. A 14 anni Brenda decise di non tornare dal dottor Money per la solita visita annuale e di non sottoporsi all’operazione per assumere in modo definitivo le caratteristiche sessuali femminili. Va detto che durante le visite periodiche il dottor Money arrivava a mostrare a Brenda materiale pornografico per insegnarle i comportamenti di genere. A questo punto i genitori le raccontarono la sua storia. Il commento di Brenda fu:“Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io compresi chi e cosa ero”. David (il nuovo nome che Brenda si scelse) subì due operazioni di ricostruzione del pene, sposò una donna che aveva tre figli, ma si suicidò nel 2004.
L’esperimento che – secondo il dottor Money – avrebbe dovuto dimostrare il non legame tra identità di genere e identità sessuale fallì tragicamente.

La condanna da parte della Bibbia

Eventualmente qualcuno obiettasse: Non è che la proibizione dell’omosessualità da parte della morale cattolica sia un’invenzione della Chiesa? D’altronde dove se ne parla nelle Scrittura? Pper rispondere basterebbe ricordare qualche citazione biblica. Eccole:

· «Non accoppiarti con un maschio come si fa con una donna: è cosa abominevole. (…) Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo» (Levitico 18, 22 e 29)

· «Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con una donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro» (Levitico 20,13)

· «Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina!» (Isaia 3, 9)

· «Disse dunque il Signore (ad Abramo): “Il clamore delle colpe che mi giunge da Sodoma e da Gomorra è grande, e molto grave è il loro peccato”. (...). Poi quei due (angeli) dissero a Loth: (…) “Fa uscire da questo luogo generi, figli e figlie e tutti i tuoi parenti che si trovano in questa città, perché noi siamo giunti per distruggerla: grande è infatti il clamore dei peccati che da essa si è innalzato verso il Signore, e il Signore ci ha inviati per distruggerla”. (…). Allora il Signore fece piovere dal cielo zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra, e distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti della città e ogni sorta di piante. (…) Abramo intanto si era alzato di buon mattino per andare sul luogo dove prima si era fermato davanti al Signore, e, volgendo lo sguardo verso Sodoma e Gomorra e su tutta la regione di quella pianura, vide che dalla terra si alzava un fuoco simile al fumo di una fornace» (Genesi 18, 20; 19, 12-13; 19, 24-28)

· «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato la creatura al posto del creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura quelle contro natura; allo stesso modo gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento. (…). E pur conoscendo il giudizio di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Romani 1, 24-32)

· «Non illudetevi! Né fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti (…) erediteranno il Regno di Dio!» (1 Corinzi 6, 9-10).

· «Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se libero Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti, (…) il Signore lo fece perché sa liberare dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio» (2 Pietro 2, 6-9)

· «Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno» (Giuda 7).
 
CORRADO GNERRE  (ilgiudiziocattolico.com)