Terminata la Messa "Il ringraziamento lo devi fare!"

Padre Pio è sempre allegro, gioviale, affabilissimo. Parrebbe l’uomo più contento e felice del mondo. E lo sarà nel fondo del suo spirito: ma non in tutto. Egli mi confessa che soffre sofferenze terribili. Continuo mal di capo, aggravato da un’insonnia quasi continua e nell’estate dal caldo, che, mi dice: «Mi preme sulla testa, come un peso, che mi schiacci il cervello». E aggiunge: «Almeno potessi, gettandomi sul letto, appisolarmi un po’, per riposare la testa: ma non c’è bene».
[...] (Un giorno) terminata la Messa, io vado in sacrestia e prima che si metta i guanti, gli chiedo di baciare la mano destra. Egli mi presenta il dorso della mano ed io la bacio, ma, non contento, voglio baciare anche il palmo. Allora lui, sorridendo, me la sbatte due volte sulla bocca, tanto che i grumoli del sangue mi pizzicano le labbra, come fossero spine dalla punta un po’ troncata.
Dopo, fa il suo Ringraziamento, ed io vado in cella contento e con la speranza di potermelo gustare a piacimento. E fui fortunato. Dopo il Ringraziamento viene nel dormitorio e mi chiama: mi fa entrare nella sua stanza, chiude l’uscio, mette due seggiole vicino al letto e, fattomi sedere, dice: «Dimmi ciò che vuoi da me». Io esito un momento e poi gli dico: «Veramente avrei avuto più piacere di conferire con te stasera». «Chi ha tempo, non aspetti tempo». «Va bene: allora vorrei confessarmi».
 
E mi metto in ginocchio con le braccia appoggiate sul letto di Padre Pio. Debbo dire che in tutta la mia Confessione egli si regola come un buon Confessore ordinario. Solo questo noto che tutto scusa e incoraggia assai e sempre. Ma quando io gli dico che qualche volta, per causa di Confessioni, non fo il Ringraziamento alla Santa Messa, egli dice: «Guardiamo che il non potere non sia il non volere. Il Ringraziamento lo devi far sempre, se no la paghi cara».
 
Questa frase me la spiegò dopo. Da bambino aveva notato come il suo Arciprete, appena celebrato, andava sempre in Coro a fare il Ringraziamento. In seguito volle sapere il perché e allora l’Arciprete gli raccontò come il suo antecessore era apparso più volte a lui, al sacrestano e alla moglie del sacrestano, in atto di celebrare la Messa e a lui personalmente aveva raccomandato: «Salvatore, non tralasciare mai il ringraziamento alla Santa Messa, se no la paghi cara».
Ed ora faccio una confessione di debolezza.
Sentendo gli incoraggiamenti, che mi dava, e le scuse che trovava per ogni mio difetto e di più aggiungendo «delicati di coscienza sì, ma scrupolosi, no: la delicatezza piace a Gesù, ma gli scrupoli dispiacciono a Gesù», mentre io ero persuaso di non essere scrupoloso: mi dettero l’impressione che egli non mi avesse compreso e quindi il desiderio di 13 anni di incontrarmi con lui per aprirgli tutta l’anima mia, fosse stato vano: e perciò detti in un pianto che durò un po’ di tempo. Allora mi disse cose che porto nel segreto del cuore e che mi consolarono. Gli domando: «Dammi una formula breve per farci santi». Ed egli: «Due cose: retta intenzione e controllo di sé».

Padre Giovanni da Baggio (Padre Pio visto dall’interno, pp. 23-26)